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LiveSicilia.it / Province / Palermo / “Rapita e ridotta in schiavitù” L’incubo di una ragazza Rom

“Rapita e ridotta in schiavitù”
L’incubo di una ragazza Rom

Rapita in Calabria, costretta a sposarsi, picchiata e obbligata a chiedere l'elemosina. Sei nomadi del campo Rom della Favorita rischiano una pesante condanna.

IL DRAMMATICO RACCONTO
di Riccardo Lo Verso
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PALERMO – Questa è la storia di Emine, 25 anni. La storia di una ragazza rapita e ridotta in schiavitù. Nel 2003, quando di anni ne aveva 15, la strapparono alla sua sua famiglia che viveva in Calabria. Obbligata a sposare l’autore del rapimento si ritrovò nel campo Rom di Palermo. Soggiogata, picchiata e chiusa in uno stanzino da cui poteva uscire solo per andare in giro a chiedere l’elemosina.

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Vania Contrafatto, parte dalla denuncia del padre. “Hanno rapito mia figlia”, racconta l’uomo. La sua richiesta di aiuto viene trasmessa dal Kosovo in Italia attraverso il consolato di Pristina. Le ricerche si concentrano sulla Calabria. Le intercettazioni, però, svelano che la ragazza si trova nel campo nomadi di Palermo. Una drammatica conversazione fra Emine e la suocera confermerebbe la riduzione in schiavitù: “… pulite bene e quando verrò a casa, voi intanto andate a lavorare e quando arriverò da voi voglio trovare tanti soldi e tutto pulito, se non ci saranno questi vi taglierò la testa”.

Quando Emine viene liberata, nel 2005, e torna in Calabria non è più se stessa. Le hanno tagliato i capelli. Non sono più neri, ma biondi. Il suo cuore è ferito. È disorientata, trasandata e deperita. Trova, però, la forza di racconta ai carabinieri la sua vita da incubo. Disobbedire agli ordini della sua nuova famiglia significava subire violenze. Sul suo corpo ci sono i segni delle bruciature di sigarette e degli tagli alle braccia. “Mi hanno preso alle spalle mentre camminavo per strada, mi hanno caricata su un furgone – racconta -. Ero bendata e con la bocca tappata. Mi ritrovai in un città che ho scoperto si chiamava Palermo. Fui costretta a sposare l’uomo che mi aveva rapita”.

Leggi notizie correlate

• Sparatoria allo Zen - Scatta l'arresto per un giovane rom

Per sei nomadi che vivono a Palermo è arrivata ora una richiesta di condanna a sei anni ciascuno. Le accuse sono sequestro di persona e riduzione in schiavitù.

Tags: nomade · palermo · rapimento · schiavitù · sicilia

Pubblicato il 26 Gennaio 2013, 12:10
4 Commenti Condividi
Commenti
  1. jigen 8 anni fa

    Nooooooo ma che dite! questa è la loro “cultura”!!!

    Rispondi
  2. Alberto Lupo 8 anni fa

    da oltre 20 anni il campo nomadi alla Favorita è il simbolo della totale incapacità dei Sindaci che si sono succeduti ad affrontare e risolvere i problemi della città.
    Io non dimentico gli interventi del ns. Orlando, quando i prossimità della visita di sua Maestà Elisabetta II, fece rattoppare il muro che era stato danneggiato ad arte dagli zingari (non nomadi, perché sono stanziali, ma zingari perché questo sono!) per poter rubare sulle auto parcheggiate per assistere agli spettacoli del Teatro di Verdura, e far sparire la refurtiva dentro quella terra di nessuno…
    Era la prova provata che il sig. Sindaco sapeva cosa succedeva, ma non lo affrontava: si limitava a nasconderlo alla vista degli illustri ospiti, come si fa in casa di quelle persone pulite che quando arrivano gli invitati, mettono tutta la polvere sotto i tappeti.
    Perché lasciare incancrenire i problemi? Consentire a questa gente di abbattere alberi della Riserva, costruire baracche in muratura, bruciare i rifiuti all’aria aperta con la diossina che allegramente ammorba i polmoni ed i tessuti, loro e dei bambini ed adulti che vivono nel raggio di 1 Km quadrato? Perché consentire loro cose, per cui una persona normale va in galera e viene rovinato? perché rinunciare alla sovranità su un pezzo della città che dovrebbe essere di pubblico godimento e utilità, mentre invece è l’angolo delle più private infamie che si possano realizzare a Palermo? Mai avuto risposte solo conferme, come la notizia che ho appena letto, che questo cancro sociale va estirpato senza ulteriori indugi con fermezza e legalità, senza appaltare questo sporco lavoro a qualche squadraccia che prima o poi arriverà, salvo far finta (poi) di indignarsi per l’inciviltà le tragedie provocate dal razzismo!

    Rispondi
  3. ale 8 anni fa

    concordo con te al 100%.

    Rispondi
  4. Maurizio 8 anni fa

    Sig. Sindaco ma quando ritiene di incominciare realmente a occuparsi dei problemi quotidiani dei palermitani?
    Non crede che sia necessario risolvere invece che fare proclami?
    Ormai da diversi mesi che è stato eletto l’unica cosa che ho visto solo qualche strada e qualche marciapiede rifatto e il resto?
    Quando la gente dice che i politici sono tutti uguali come dargli torto?
    Il campo nomadi è un problema serio per la Nostra città ma non siete riusciti a far NULLA!
    In ogni angolo di strada sia di giorno che di notte ormai occorre pagare un pizzo per poter parcheggiare questo schifo è presente SOLO a PALERMO.
    Basta non ne possiamo più!

    Rispondi

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