Bloccati i pagamenti all'Aram | "Denunciamo la Corsello" - Live Sicilia

Bloccati i pagamenti all’Aram | “Denunciamo la Corsello”

Anna Rosa Corsello

L'assessorato alla Formazione ha bloccato i finanziamenti dell'Avviso 20 all'ente che deve restituire tre milioni per la vicenda degli extrabudget. Ma il presidente denuncia: "Un abuso di potere e un atto illegittimo" e i dipendenti accusano: "A rischio i nostri stipendi". Le sigle, che domani incontreranno l'assessore Scilabra, confermano la manifestazione di venerdì.

Caos Formazione
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PALERMO – “La Regione ci ha lasciato senza un euro per pagare gli stipendi”. Non c’è pace nella Formazione professionale siciliana. L’ultima vicenda è legata all’Aram, un ente di formazione messinese che oggi, attraverso il proprio presidente Elio Sauta denuncia: “L’assessorato ha deciso di revocare l’erogazione della sceonda tranche dei finanziamenti per l’Avviso 20. Circa un milione di euro che erano già stati sbloccati, ma che la Regione ha deciso di tenere per sé come parziale “risarcimento” del credito che la pubblica amministrazione ritene di vantare a causa dell’erogazione dei cosiddetti ‘extrabudget”.

Una storia, questa, lo ricordiamo brevemente, che riguarda le “integrazioni” erogate agli enti di Formazione in occasione dei Piani formativi degli anni scorsi. Somme, per intenderci, che sono state aggiunte a quelle previste dal Piano stesso e finite sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti.

Adesso, però, la Regione vuole recuperare quei soldi. Per questo motivo, dai primi di aprile sono partiti dagli uffici di via Ausonia, inviti, diffide e messe in mora per la restituzione delle somme percepite a titolo di integrazione dei finanziamenti ricevuti. La procedura riguarda 27 enti e la somma complessiva da recuperare è di circa 16 milioni di euro. Circa tre milioni sono stati contestati solo all’Aram. Che però decide di opporsi a quella richiesta di “restituzione” con un ricorso al Tribunale civile di Palermo. L’ente, insomma, ritiene di aver ricevuto legittimamente quelle somme. Ma la Regione ha messo in campo il “piano B”. Come parziale compensazione di quei soldi, l’assessorato – attraverso un decreto del dirigente generale Anna Rosa Corsello del 12 aprile scorso – ha deciso di tenere per sé, versandoli in uno specifico capitolo del bilancio, le somme che gli stessi enti dovrebbero ricevere come acconto dell’Avviso 20. “Ma si tratta di un’azione – spiega sempre Elio Sauta – illegittima e incomprensibile. La Regione ha bloccato la seconda tranche del primo acconto. Con un effetto immediato: non siamo in grado di pagare gli stipendi, i fornitori. Nonostante i corsi stiano proseguendo”. E la situazione non è che fosse già rosea. Proprio oggi, un gruppetto di dipendenti dell’Aram si è recato negli uffici di via Ausonia per chiedere spiegazioni: “Non riceviamo lo stipendio – spiega Federico Honorè – da periodi che oscillano tra i 12 e i 15 mesi. E la Regione che fa? Blocca i mandati di pagamento che sarebbero serviti per erogare i salari. Questa è macelleria sociale. Questo vuol dire accanirsi contro i lavoratori”. E la decisione, a dire il vero, sarebbe, come detto, anche illegittima. Anche perché le somme avrebbero una “natura” diversa. Le prime erano somme erogate direttamente dalla Regione, le seconde derivanti dal Fondo sociale europeo. Che ha regole diverse. Ad esempio, l’articolo 80 del regolamento Ce dell’11 luglio 2006 precisa che “gli Stati membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l’importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità. Non si applica nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari”. Insomma, non è possibile utilizzare le somme del Fondo per coprire presunti crediti vantati dalla pubblica amministrazione.

Anche sulla base di questa norma, il presidente dell’Aram annuncia: “Denunceremo la dirigente Corsello per abuso d’ufficio e appropriazione indebita, e abbiamo già spedito, il 30 aprile scorso, i documenti alla Corte dei Conti”. E nel documento inviato dall’ente, ecco un passaggio inquietante: la decisione della Regione di tenere per sé le somme sarebbe la dimostrazione di come l’assessorato intenda “intenzionalmente evitare ai funzionari e ai politici coinvolti il giudizio di responsabilità”. Come dire: se le somme illegittimamente erogate vengono recuperate dalla Regione, non è esiste più alcun illecito.

La Procura della Corte dei Conti, in effetti, per quei fatti ha già condannato l’ex assessore Mario Centorrino, che secondo i pubblici ministeri contabili “avrebbe consentito all’ente di scaricare sull’erario regionale i propri costi di impresa”. I pubblici ministeri contabili hanno pure citato in giudizio Patrizia Monterosso, oggi segretario generale di Palazzo d’Orleans ed ex dirigente generale alla Formazione (le viene contestato un presunto danno erariale da un milione e 270 mila euro); gli ex assessori al lavoro Carmelo Incardona (830 mila euro), Santi Formica (386 mila euro) e Luigi Gentile (224 mila euro); l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che per un periodo mantenne la delega alla Formazione (224 mila euro); Alessandra Russo, ex dirigente del Dipartimento (386 mila euro) e l’ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (265 mila euro).

Insomma, benzina su un fuoco che arde già da molto tempo. “Il sistema regionale della Formazione professionale in Sicilia – denunciano oggi Cgil, Cisl e Uil – è al collasso, le procedure amministrative sono ferme ed in fortissimo ritardo, i lavoratori continuano a vivere in situazioni paradossali pur prestando regolare servizio e sono ridotti al limite dell’indigenza. Il settore va riformato lo diciamo da tempo, necessita un sistema di accreditamento degli enti più rigido per selezionare gli enti che devono occuparsi di una formazione più consona e rispondente alle esigenze del mercato del lavoro siciliano, ma il tutto deve avvenire con la garanzia dei livelli occupazionali degli operatori del settore. Chiediamo – aggiunge il sindacalista – lo sblocco immediato delle procedure di finanziamento che consentirebbero la retribuzione di tutti i lavoratori di ogni filiera, Oif, Formazione, Sportelli. Manifestiamo ottenere l’auspicata riforma del settore per adeguarlo alle esigenze del territorio siciliano”. Anche di questo si parlerà domani, in un tavolo tecnico convocato a Palazzo d’Orleans dall’assessore Scilabra. Un’occasione utile a chiarirsi. Anche se i sindacati sembrano decisi: “Nonostante una ventilata convocazione dalla Regione per un tavolo con il Presidente e l’assessore alla Formazione previsto per domani , confermiamo lo sciopero e la manifestazione di venerdì”.


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