Chi sono e cosa fanno| i tremila ex Pip - Live Sicilia

Chi sono e cosa fanno| i tremila ex Pip

Gli ex Pip durante una manifestazione

Figli del progetto "Emergenza Palermo", gli ex Pip sono quasi tremila e, fino ad aprile, erano sparsi tra uffici regionali, ospedali e parrocchie. Ma l'ultima Finanziaria li ha riportati al sussidio e il futuro resta incerto.

PALERMO – Proteste di piazza, manifestazioni non autorizzate, battimani sotto l’Assemblea regionale siciliana e uno scontro politico a tutto campo. Gli ex Pip, oggi dipendenti (ma licenziati) della Social Trinacria, sono un bacino di quasi tremila lavoratori figlio del progetto degli anni Novanta “Emergenza Palermo”.

Un esercito che, negli anni, si è andato ingrossando a dismisura e che, fino al 2010, era sì a carico della Regione ma gestito dal comune di Palermo, e che tre anni fa l’allora esecutivo Lombardo decise di far confluire nella Social Trinacria con tanto di contratto a tempo indeterminato. Un esercito che negli anni è andato diminuendo, passando dai 3.300 circa ai 2.992 attuali sparsi tra dipartimenti ed enti regionali, ospedali, uffici giudiziari, onlus, scuole e perfino parrocchie. Tutti lavoratori che erano in carico a piazza Pretoria attraverso la Spo, Servizi per l’occupazione, la società satellite della Gesip nata il 26 marzo del 2004 per gestire il progetto “Piano per l’occupabilità dei soggetti svantaggiati dell’area metropolitana della città di Palermo”, in cui erano coinvolti 3200 “ex Pip” tra cui 1800 ex detenuti, disoccupati, ex alcolizzati ed ex tossicodipendenti. Categorie svantaggiate, dunque, figlie del celebre progetto “Emergenza Palermo” che affonda le sue radici negli anni Novanta.

E in poco meno di 15 anni il bacino si è ingrossato a dismisura, passando da 700 a oltre 3200. Ma all’inizio del nuovo millennio, e precisamente nel 2004, Italia Lavoro, agenzia del ministero del Welfare, costituisce la società di scopo Spo al costo annuo di 36 milioni di euro. Soldi regionali, ben inteso, con i quali si è finanziata un’azienda che svolgeva una serie di servizi che, nel tempo, aumentano sempre di più: dalla pulizia di trenta chilometri di costa alla pulizia delle scuole, dal rifacimento dei marciapiedi alla riapertura dei sottopassi, passando per gli sgomberi allo Zen e la raccolta differenziata.

Nel 2010, però, con la Finanziaria, l’Ars decide di prenderseli in carico. Nasce così la Social Trinacria Onlus, creata ad hoc per l’assunzione di oltre 3mila lavoratori, con una copertura finanziaria prevista solo per un triennio: e all’epoca si decise di optare per i contratti a tempo indeterminato proprio per sfruttare gli sgravi fiscali della legge 407.

Oggi, però, gli sgravi fiscali sono terminati e il costo degli ex Pip è schizzato a oltre 50 milioni di euro. Un’enormità che convince il governo Crocetta a far luce sulla vicenda, generando uno scontro politico e la minaccia di denunce alla Procura e alla Corte dei Conti. Al netto delle polemiche, però, il dato di fatto è che l’ultima Finanziaria, quella del 2013, di fatto licenzia i dipendenti della Social Trinacria riconoscendo loro solo un sussidio pari a quello percepito nel 2009: ovvero poco più di 600 euro. Fatto salvo il Tfr, i dipendenti rischiano di perdere la tredicesima e la quattordicesima sin qui maturate oltre alle festività soppresse. L’articolo della Finanziaria prevede un accordo con l’Inps che porterebbe la cifra a 833 euro, che però non è stato ancora formalizzato, stanzia 24 milioni di cui però 20 di provenienza europea (fondi Pac) e stabilisce il ritorno dal 2014 al comune di Palermo, che però al momento asserisce di non saperne nulla. Complicazioni burocratiche che fanno presagire tempi lunghi, mentre il dato di fatto resta che, al 27 di maggio, i lavoratori non percepiranno né stipendio, né sussidio. Per la prima volta in quasi 15 anni.


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