Currao inguaia la Cimino: | "Favoriva i suoi amici" - Live Sicilia

Currao inguaia la Cimino: | “Favoriva i suoi amici”

Il funzionario regionale Emanuele Currao

Il funzionario regionale ammette la truffa e punta il dito contro la Cimino, oggi in pensione. Sarebbe stata lei a indurlo a rimborsare straordinari mai fatti ad alcuni dipendenti, ai quali la dirigente avrebbe riservato un trattamento di favore. E si guarda anche all'appalto per la Formazione negli uffici giudiziari.

L'operazione Iban
di
2 min di lettura

PALERMO – Ammette la truffa e tira in ballo, pesantemente, il suo ex dirigente. Emanuele Currao, funzionario regionale da ieri in manette, ha ammesso di essersi appropriato di soldi pubblici e ha puntato il dito contro Maria Concetta Cimino, finita ai domiciliari.

Currao è sotto inchiesta con altre 14 persone – 13 sono agli arresti in casa – per un raggiro costato alla Regione siciliana oltre 700mila euro. L’indagato è stato sentito oggi dal gip Ettorina Contino. E non ha fatto mistero del fatto che sfruttasse la password della Cimino per girare sul suo conto corrente i soldi che dovevano servire per pagare i fornitori della Regione. Con i soldi pubblici si sarebbe anche fatto costruire, e arredare, una casa in legno a Sciacca, ora finita sotto sequestro. Al funzionario bastava cambiare l’iban del beneficiario dei crediti.

Currao, però, è andato oltre. Sarebbe stata la Cimino, oggi in pensione, a indurlo a rimborsare straordinari mai fatti ad alcuni dipendenti per ricompensarli per ore di lavoro svolte in passato. Currao ha descritto l’esistenza di una cerchia ristretta di dipendenti ai quali la dirigente avrebbe riservato un trattamento di favore. La Cimino, sarà interrogata lunedì. Ai pubblici ministeri della Procura regionale della Corte dei conti, i primi a scoperchiare il pentolone dei dipendenti infedeli, aveva detto di avere fornito a Currao la sua password di accesso al sistema informatico regionale solo per snellire il lavoro d’ufficio.

Currao nel corso dell’interrogatorio davanti al gip – in presenza del pubblico ministero Alessandro Picchi e del suo legale, l’avvocato Giuseppe Gerbino – ha raccontato un’altra verità. Ha parlato di un pc, quello della Cimino, che in tanti avrebbero utilizzato a proprio piacimento per dare il via libera ai pagamenti. E il computer della Cimino di file ne deve contenere parecchi, visto che si tratta di un dirigente molto attivo nella pubblica amministrazione. Tra i suoi atti amministrativi ci sono pure quelli che riguardano il grande appalto della formazione professionale negli uffici giudiziari di Palermo e Catania, gestita dalla Iraps Onlus. L’ente di formazione etneo di recente e’ stato travolto dallo scandalo per l’utilizzo a fini privati dei soldi comunitari. Il fronte formazione negli uffici giudiziari è ancora aperto. A Catania come a Palermo. E Currao nei mesi scorsi è stato ascoltato anche dai magistrati della Procura diretta da Giovanni Salvi.

Il gip Contino di Palermo ha sentito anche l’altro arrestato, l’imprenditore Mario Avara a cui Currao avrebbe fatto avere somme della Regione a compensazione di alcuni debiti. Avara si è detto vittima di una truffa, sostenendo che Currao gli aveva detto che i soldi finiti sul suo conto erano crediti che il funzionario vantava con la Regione.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI