Formazione, lavoratori: |"Andremo a piedi a Roma" - Live Sicilia

Formazione, lavoratori: |”Andremo a piedi a Roma”

I manifestanti: "Il Governo Crocetta ha fatto pulizia etnica del settore". Il Cobas: "Scilabra e Bruno sblocchino le retribuzioni".

 

CATANIA“Finiu ‘u babbiu”. “Gli scherzi sono finiti” hanno gridato a gran voce alcuni dipendenti della Formazione professionale che oggi si sono dati appuntamento davanti al Palazzo Esa di Catania per un sit in di protesta. E questa è solo la prima tappa: mercoledì saranno davanti al palazzo della prefettura di Catania, mentre venerdì la protesta si sposterà direttamente in piazza Indipendenza a Palermo, a Palazzo dei Normanni.

Ma gli operatori della Formazione, da Catania, annunciano una protesta eclatante. Un gruppo di lavoratori ha deciso che raggiungerà a piedi Roma per portare all’attenzione del Governo Nazionale e di Papa Francesco la loro situazione occupazionale. Già si sono registrate le prime adesioni: Giorgio Giampiccolo,  Giuseppe Raddusa, Melinda Scuderi e Daniela Lo Giudice partiranno domani mattina da Palermo. L’appuntamento è fissato alle 10.30 in piazza Indipendenza. “Questo Governo Crocetta – afferma Giampiccolo – ha fatto pulizia etnica del settore della Formazione.  Ma vorremmo ricordare al Presidente che noi non siamo curdi ma siciliani. Il nostro è un viaggio per cercare la vera legalità, perchè Papa Francesco rappresenta l’ultimo baluardo di umanità e legalità in Italia”. I manifestanti sono pronti a tutto: “La protesta – annunciano – non si fermerà finchè non arriveranno 8000 bonifici”.

“Questo Governo regionale ha disatteso tutti gli impegni presi – tuona Maurizio Galici del Cobas – il tempo delle false promesse e delle parole è terminato, ora serve un piano serio sul settore della formazione con obiettivi chiari e disponibilità di somme verificabili. Spetta alla Regione il compito di trovare i finanziamenti necessari. La Regione dunque dichiari lo stato di crisi del settore  – aggiunge il sindacalista – e avvii un piano di ripresa per risolvere una situazione ormai insostenibile per 8000 lavoratori”.

Per i manifestanti si tratta di una “vera e propria macelleria sociale”. E i manifestanti chiamano in causa non solo Crocetta ma anche Nelli Scilabra e Giuseppe Bruno. “Gli assessori alla formazione e al Lavoro – affermano –  trovino subito le opportune soluzioni per dare sostegno al reddito, sblocchino immediatamente le retribuzioni dei lavoratori che attendono ancora tra le 12 e le 26 mensilità, ma soprattutto, strutturino i servizi per il lavoro, diano avvio ai percorsi di Obbligo di istruzione il cui ritardo ha conseguenze anche di rilevo penale, infine avviino delle attività della terza annualità del Piano Giovani”.


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