CATANIA – “I nostri agenti hanno mantenuto il sangue freddo”. E’ questo il commento di Antonio Salvago, capo della Squadra Mobile di Catania, alla cattura di questa mattina di Giuseppe Saitta trovato in possesso con una pistola con il colpo in canna. I poliziotti della Narcoti non si sono sorpresi di aver trovato l’indagato armato: Saitta è un nome noto agli inquirenti.
Nel 2005 era il “custode” delle armi della cosca Pillera Puntina, clan di cui – secondo la magistratura – sarebbe organico. Grazie a un’intercettazione e alle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia la polizia riuscì a localizzare l’arsenale più grosso mai sequestrato a Catania. In un garage della zona di piazza Borgo furono sequestrate 62 armi da fuoco, tra cui fucili a pompa e kalashnikov. E’ solo un tassello della maxi inchiesta Atlantide II che colpì duramente l’organizzazione mafiosa.
Gli agenti della Mobile inoltre sapevano che oggi potevano trovare Giuseppe Saitta, chiamato negli ambienti criminali “Bimbo”, armato. Molti collaboratori di giustizia hanno raccontato che “andava in giro con uno zainetto con all’interno una pistola”. Rivelazioni che fanno comprendere lo spessore criminale e la pericolosità di Saitta.