Sul Tir con 420 chili di droga | "Le patate che fine hanno fatto?" - Live Sicilia

Sul Tir con 420 chili di droga | “Le patate che fine hanno fatto?”

La perquisizione a bordo dell'autocarro

I Fumuso, tra gli arrestati del blitz, arrivati dall'Emilia a Palermo con un maxi carico di hashish

BLITZ TIRO MANCINO - LE INTERCETTAZIONI
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PALERMO – Essere agli arresti domiciliari per reati di mafia non gli impediva di organizzare e gestire il traffico di droga per le piazze di spaccio di Palermo, Misilmeri e Villabate. Francesco Antonino Fumuso, ritenuto al vertice dell’organizzazione per l’importazione di hashish nel capoluogo siciliano, secondo gli inquirenti aveva anche pianificato il modo per far giungere a Palermo oltre quattrocento chili di droga.

In contatto con un commerciante di prodotti agricoli, avrebbe escogitato un piano per fare rifornimento: dall’Emilia Romagna sarebbe dovuto arrivare un camion carico di sostanza stupefacente che ufficialmente, però, trasportava patate. Lui e il suo “clan” la chiamavano la “patata di sabbia”. Quattrocentoventi chili di hashish divisi in panetti e nascosti nel doppiofondo, sotto il pianale principale dell’autocarro che guidava Salvatore Damiano, arrestato in flagrante il 31 luglio del 2013, al suo arrivo a Palermo dopo un lungo viaggio “scortato” dall’auto con gli uomini di Fumuso.

Di quel gruppo avrebbero fatto parte il figlio e il fratello di Fumuso, Antonino ed Angelo Maurizio; Giuseppe De Luca, considerato loro factotum, e Antonino Lucania, che avrebbe curato la “logistica” dell’operazione e avrebbe mantenuto i contatti con i fornitori della droga. Gli investigatori hanno intercettato le telefonate tra gli indagati che, per oltre due settimane, hanno avuto come obiettivo quello di pianificare il trasporto dell’hashish. In Emilia Romagna si era recato per primo il figlio di Fumuso, pochi giorni dopo raggiunto da De Luca: “Preparati che devi scendere con te – diceva ad Antonino – il paparino lo diceva, perciò…”

Francesco Antonino Fumuso, da Villabate avrebbe coordinato tutto. A dimostrarlo sono le numerose chiamate con il commerciante di prodotti agricoli, che avrebbe dovuto ricevere la “patata di sabbia” direttamente al suo stand del mercato ortofrutticolo e poi con De Luca:Ma la patata che fine ha fatto?”, chiedeva l’uomo a Fumuso. “Sta arrivando”, rispondeva quest’ultimo. “Se ne parla comunque domani sera, perché tu domani mattina verso le dieci-undici non ti puoi spostare, vero? Verso mezzogiorno sei al mercato?”. “Sì – rispondeva il commerciante – li puoi fare venire a scaricare…arrivano sicuro domani mattina nel tardi? Quando arrivano falli venire direttamente al mercato, non ti preoccupare“.

Insomma, era tutto pronto. Il gruppo palermitano doveva soltanto sperare che il viaggio in autostrada andasse liscio. Ma così non è stato. Gli investigatori hanno pedinato gli indagati, in base ai loro accordi presi telefonicamente il piano era chiaro: Damiano si sarebbe messo alla guida dell’autocarro carico di cassette di patate, la droga sarebbe stata occultata nel doppiofondo del mezzo pesante. A seguirlo, la Fiat Punto con a bordo la staffetta formata da De Luca, il figlio e il fratello di Fumuso, oltre a Lucania.

Il mezzo è stato perquisito al suo arrivo in Sicilia, nella zona di Termini Imerese per la precisione. Più di quattrocento chili di hashish sono stati trovati sotto il pianale principale in cui si trovavano i prodotti destinati al mercato ortofrutticolo. E per Damiano sono scattate immediatamente le manette. Le indagini hanno poi accertato le responsabilità del gruppo che viaggiava a bordo dell’auto.


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