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LiveSicilia.it / Province / Palermo / Firme false, Forello indagato Il pm: archiviate, ma il gip va avanti

Firme false, Forello indagato
Il pm: archiviate, ma il gip va avanti

L'inchiesta nasce dall'esposto di 5 deputati nazionali pentastellati. Lui replica: "Sono sereno". 

Palermo
di Salvo Cataldo e Riccardo Lo Verso
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PALERMO – L’accusa è quella dettata dall’articolo 377 bis del codice penale, che punisce chi “induce” un teste “a rendere dichiarazioni mendaci davanti all’autorità giudiziaria”. L’indagato è il candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle Ugo Forello, vincitore delle comunarie. L’inchiesta nasce dall’esposto dei grillini finiti sotto accusa per la storia delle firme false. A loro dire Forello sarebbe stato il grande regista dell’indagine che ha portato alla luce le firme false consegnate nel 2012 in occasione delle Amministrative di Palermo. La Procura della Repubblica ha chiesto di archiviare l’indagine a carico di Forello, ma il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa, che ha ricevuto l’opposizione dei deputati nazionali alla richiesta d’archiviazione, ha deciso di andare avanti e fissare l’udienza nel corso della quale sentire le parti. La vicenda, merita, dunque un approfondimento. Al termine dell’udienza in cui sentirà le parti, il gip potrà archiviare, chiedere un supplemento investigativo o imporre al pm l’imputazione coatta.

Secondo gli autori dell’esposto, Forello avrebbe “millantato” la possibilità di mettere in contatto La Rocca con l’aggiunto Dino Petralia. Gli stessi pm hanno, però, ritenuto non qualificabile l’ipotesi del millantato credito perché mancavano i presupposti del reato e cioè il fatto di “ricevere, far dare o promettere denaro o altra utilità come prezzo della propria mediazione presso un pubblico ufficiale”. Nonostante ciò, la stessa Procura ha ritenuto di dovere proseguire l’indagine inquadrando la vicenda nell’ipotesi nel 377 bis del codice penale. Anche in questo caso, però, terminato l’approfondimento investigativo, secondo i pubblici ministeri “mancano gli elementi primari e costitutivi del reato”. Insomma, si può escludere che Forello abbia “esercitato violenza o minaccia, o a promettere denaro alla La Rocca”. Da qui la richiesta di archiviazione, che però, secondo il gip, non va accolta subito, ma merita un ulteriore approfondimento investigativo che sarà fatto in udienza l’8 marzo.

Agli atti del fascicolo è allegata anche la nota del procuratore aggiunto Petralia, nella quale il magistrato spiega l’origine dei suoi rapporti con l’avvocato Forello. Rapporti esclusivamente professionali nati dall’attività del procuratore, che si occupa anche dei benefici di legge goduti da chi denuncia le estorsioni, e dall’attività di Forello che è stato coofondatore dell’associazione antiracket Addiopizzo.

L’intricata vicenda che si annoda a doppio filo con l’affare firme false prende le mosse da un esposto dei deputati nazionali presentato a metà dicembre. Il movimento è in piena bufera: di lì a poco sarebbe arrivata l’iscrizione nel registro degli indagati dei deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, oltre che dei portavoce all’Ars Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio.  Nuti, Mannino e Di Vita, insieme con le colleghe Lupo e Di Benedetto, che non sono indagate, decidono di presentare un esposto contro Forello: il cuore della controffensiva è una mail che l’avvocato ha inviato a Francesco Lupo, fratello della deputata Loredana, a ottobre. Nel messaggio si faceva riferimento ad una mediazione da parte del legale con Petralia, incaricato dell’inchiesta. Dalla mail emergeva un invito a contribuire alle indagini “con un atteggiamento attivo piuttosto che passivo”, ma anche la “disponibilità a “fare da ponte-tramite” con la Procura. Nell’esposto, firmato dall’avvocato Domenico Monteleone, si parlava quindi di “riferimenti e ammiccamenti debordanti rispetto alla normale dialettica dei rapporti tra magistrati ed avvocati e che fa pensare ad una complicità soverchia e, quanto meno, sorprendente dello stesso avvocato con la magistratura palermitana”. Si sollevava, dunque, il dubbio di un condizionamento del pm, spiegato con le parole “inopinato rapporto”, che aprirebbero “un vulnus nella credibilità delle istituzioni deputate al potere giudiziaria di questa Repubblica”. Circostanze smentite da Petralia nella sua nota.

L’indagine corre in parallelo a quella sulle firme false, riconosciute tali da una perizia. Secondo i pm, comunque, le dichiarazioni di La Rocca sono tutt’altro che mendaci. Il racconto della deputata, autosospesasi dal Movimento cinque stelle, è stato infatti riscontrato dai periti nominati dalla Procura che hanno confermato: le firme sulla lista elettorale furono ricopiate.

*Aggiornamento ore 14.26
“I pm comunque non hanno ravvisato alcun reato tanto da chiedere l’archiviazione nel giro di un mese”, dice Forello. “Il giudice non vuole ‘vederci chiaro’ come scrive qualcuno, ma deve fissare un’udienza nel caso in cui ci sia opposizione all’archiviazione. Il giudice non deve nemmeno entrare nel merito della questione. Non si pronuncia sulla fondatezza della questione. E’ una cosa normale, sono molto sereno. Del resto la stessa Procura ha chiesto di archiviare il caso”.

 

Pubblicato il 24 Gennaio 2017, 12:52
18 Commenti Condividi
Commenti
  1. Fabrizio 4 anni fa

    Prendo i pop corn

    Rispondi
  2. toto 4 anni fa

    La profezia dice che “alla fine ne rimarrà soltanto uno” .
    Highlander – L’ultimo immortale

    Rispondi
  3. piragna 4 anni fa

    Manco ci ha messo piede ed è già indagato?. Fategli prendere la tessera del PD e va tranquillo.

    Rispondi
  4. Antani 4 anni fa

    Orlando ti piace vincere facile? ponzi ponzi ponzi pò…ponzi ponzi ponzi pò….ferrandelli e poi forello…unò duè ponzi ponzi ponzi pò

    Rispondi
  5. Carlo 4 anni fa

    Si comincia presumibilmente a delineare la stategia del sindaco orlando che alla fine parrebbe stia creando le condizioni per essere l’unico concorrente. D’altronde la storia di orlando insegna vedi le sue dichiarazioni dell’epoca verso il carabiniere suicida. Che schifo un altro motivo in piu per non votare ques uomo.

    Rispondi
  6. Giovanni 4 anni fa

    viviamo in uno stato militare sotto il comando dei giudici. Ormai non ti puoi più nemmeno permettere di fare una battuta al bar che al momento giusto la tirano fuori per una indagine contro di te. Sta diventando una cosa veramente inverosimile.

    Rispondi
  7. antonio 4 anni fa

    Un buon biglietto da visita,come inizio non c’è male.
    Viva l’ennesimo paladino dell’antimafia

    Rispondi
  8. precisino 4 anni fa

    PER LA PRECISIONE: Quali sono i possibili sbocchi processuali della opposizione alla richiesta di archiviazione?

    1. Se l’opposizione è inammissibile e la notizia di reato è infondata, il giudice dispone l’archiviazione con decreto motivato e restituisce gli atti al pubblico ministero.

    2. Fuori dei casi previsti dalla precedente ipotesi, il giudice fissa la data dell’udienza in camera di consiglio e ne fa dare avviso al pubblico ministero, alla persona sottoposta alle indagini e alla persona offesa dal reato

    Rispondi
  9. LIVIO 4 anni fa

    ANCHE FORELLO SI E’ CALATO NEL CLIMA DEL” SONO SERENO”.IMPARANO SUBITO QUESTI DEL NUOVO CHE AVANZA.

    Rispondi
  10. Fabrizio 4 anni fa

    veramente Forello l’hanno denunciato i 5 stelle

    Rispondi
  11. luigi 4 anni fa

    Per te molto meglio Orlando (e il PD) che con le quattro sindacature fatte sin qui in trent’anni ha reso questa citta’ un fiore all’occhiello…aspettiamo la quinta con ansia.

    Rispondi
  12. marzio 4 anni fa

    A prescindere dalla sicura innocenza di Forello, ritengo sia opportuno che egli si ritiri dalla competizione elettorale. Il Movimento 5 Stelle non può permettersi di fare utilizzare agli avversari la clava dell’avviso di garanzia. Lo stesso Forello, persona seria e saggia, dovrebbe seriamente prendere in considerazione questa possibilità. A prescindere dal “sono sereno”.

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  13. virgilio 4 anni fa

    ……..nooooooo lui non si può indagare, appartiene all’antimafia!

    Rispondi
  14. Antidacus 4 anni fa

    I 5stelle non perdono occasione per dimostrare cosa sono realmente. Affidare la guida della citta’ a persone che in seno al loro movimento sono l’uno contro l’altro non credo possa giovare a Palermo che ha bisogno di persone capaci, preparate ed all’altezza di un incarico tanto gravoso.

    Rispondi
  15. palermosenzafuturo 4 anni fa

    @luigi : Orlando imperatore per altri cinque anni: teatro, targhe alla memoria e fuochi fatui, mentre i giovani fuggono a gambe levate.
    Quando verrà un tempo migliore per Palermo…?!
    PS: I pentastellati hanno deciso di accapigliarsi, Ferrandelli azzoppato in partenza, ed il professore rimane l’unicoesolo a correre nel deserto panormita. Deserto, solo deserto…!

    Rispondi
  16. Mister 4 anni fa

    Se è già indagato forse è perché i suoi amici a 5 stelle lo hanno denunciato. Continuare le indagini in fondo lo tutela. Se non ha fatto nulla non ha nulla da temere.

    Rispondi
  17. Fabio 4 anni fa

    Non sono del m5s,ma in caso di ballottaggio Orlando-m5s la vedo dura x Orlando,ricordiamoci che il m5s vinse quasi tutti i ballottaggi nei piccoli,grandi comuni.

    Rispondi
  18. TANCREDI 4 anni fa

    Carlo fai bene a citare il maresciallo dei Carabinieri Antonino Lombardo. Nel 1980 fu nominato a capo della stazione di Terrasini, e da là diede un contributo importante all’arresto di Totò Riina, avvenuto il 15 gennaio 1993. A giugno del 1994, passò ai ROS della Sezione Anticrimine di Palermo. Divenne un personaggio chiave nel fenomeno del pentitismo, ed in particolare nelle relazioni con il boss Gaetano Badalamenti, a quel tempo detenuto in un carcere degli USA. Badalamenti si dichiarò disponibile a venire in Italia a testimoniare al processo Andreotti , solo se ad “accompagnarlo” fosse stato il maresciallo Lombardo. Purtroppo ,tre giorni prima di questa data nella trasmissione “Tempo Reale”, condotta da Michele Santoro, i due ospiti Leoluca Orlando Cascio e Manlio Mele, sindaci rispettivamente di Palermo e Terrasini, mossero accuse pesanti di “mafiosità” verso il maresciallo Lombardo, pur senza nominarlo mai esplicitamente (ma riferendosi all'”ex capo della stazione di Terrasini) Al Comandante Generale dei Carabinieri, Luigi Federici, che telefonò alla RAI in difesa di Lombardo, non fu concesso di intervenire. Il 4 marzo 1995, in una macchina parcheggiata all’interno della Caserma Bonsignore di Palermo (sede regionale dei Carabinieri), Lombardo si spara, lasciando una lettera che dice:
    « Mi sono ucciso per non dare la soddisfazione a chi di competenza di farmi ammazzare e farmi passare per venduto e principalmente per non mettere in pericolo la vita di mia moglie e i miei figli che sono tutta la mia vita »

    Rispondi

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