Bufera nel Pd | Tra dimissioni e abbandoni - Live Sicilia

Bufera nel Pd | Tra dimissioni e abbandoni

Si avvicina, intanto, la scadenza elettorale nel comune marinaro.

RIPOSTO. Tira aria di crisi all’interno del Pd ripostese tra abbandoni, dimissioni congelate e dissensi. Un clima che, a poco più di sei mesi dalla scadenza elettorale, rischia di incancrenirsi e lacerare sempre di più il partito. Due mesi addietro la prima scossa con l’uscita dal gruppo dei democratici in consiglio comunale di Sebastiano Bergancini, unico eletto nel 2013 tra le fila del Pd. Un abbandono che ha il sapore di un’aperta polemica con il direttivo locale incapace di imporre in tempi celeri un nome per il ruolo di capogruppo in consiglio comunale dopo le dimissioni di Carmelo D’Urso. Una lacerazione che si trasforma, incomprensione dopo incomprensione, in rottura. E’ lo scorso 5 dicembre quando Bergancini annuncia durante il civico consesso il proprio divorzio dal partito democratico dopo una militanza lunga sei anni. In una nota, affidata anche al proprio profilo facebook, il consigliere comunale spiega le motivazioni, riconducendole principalmente ad una linea politica nazionale e regionale non più condivisa. “Oggi non ho più nulla da spartire con l’attuale PD nel quale non mi riconosco in quanto così diverso dal momento in cui vi ho aderito, da qui le mie dimissioni – scrive Sebastiano Bergancini – Ringrazio il PD locale con in testa l’ex segretario Domenico Marino conoscitore e depositario dei miei sfoghi e anche delle mie prospettive. Ringrazio i consiglieri comunali Carmelo D’Urso, Sebastiano De Salvo e Alfredo Scalia con i quali ho condiviso l’esperienza consiliare del gruppo del PD fatta di tanto lavoro e dedizione”.

In realtà è soprattutto a livello locale ad emergere un forte dissenso per la mancata costruzione, in vista delle future amministrative, di un chiaro progetto politico. “Questo pd ripostese non si è mosso negli ultimi anni – dichiara Bergancini a LiveSiciliaCatania – Nel 2013 avevamo una lista di giovani ed uno slogan che era “Pensa differente”. Uno slogan rimasto solo sulla carta perché il pd ripostese non lo ha mai attuato”. Un percorso, quello intrapreso dall’ex democratico che potrebbe portarlo adesso a lanciare la propria candidatura a sindaco per il 2018. Un’ipotesi che non conferma né smentisce. “Se ci sarà una convergenza su una figura capace di aggregare non sarò di certo io a rompere – prosegue Bergancini – Ma ci deve essere un progetto preciso. Non so ancora quali saranno le mie prospettive future”.

Salgono così a quattro le possibili candidature all’interno della stessa area: oltre a Bergancini, restano in piedi i nomi di Carmelo D’Urso, Claudia D’Aita, ed Ezio Raciti.
Intanto sembrano rientrate, almeno fino al Congresso di primavera, le dimissioni dalla carica di segretario cittadino del pd di Domenico Marino. Il coordinamento del circolo ha infatti respinto all’unanimità le dimissioni, chiedendo al segretario di rimanere al timone per i prossimi mesi scanditi da delicate scadenze elettorali. Marino ha però issato una serie di paletti. Tra i problemi evidenziati un sempre più evidente scollamento tra il partito e i rappresentanti in consiglio. Problematiche già note che il segretario avrebbe chiesto di affrontare. Ma il nodo principale resta quello legato alle amministrative. “Ringrazio il coordinamento per avermi rinnovato la fiducia ma non ho ritirato le dimissioni. Ho chiesto – spiega il segretario ripostese – di cambiare la linea politica, accelerando il processo di individuazione di un candidato a sindaco e delle alleanze”.

Il quadro al momento resta molto incerto e frammentato. Ma già ad inizio del prossimo anno, subito dopo le festività, qualcuno potrebbe rompere gli indugi.


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