Rosario Crocetta è un fiume in piena. Il corpo del Pd è ancora caldo e l’ex presidente sferra un duro attacco al segretario Matteo Renzi e al luogotenente siciliano Davide Faraone. La sconfitta dei dem fa da volano alla battaglia interna condotta da Crocetta che torna a criticare i criteri di compilazione delle liste secondo il discutibile parametro della “fedeltà al capo”. Con uno sguardo al passato e alla tradizione della sinistra italiana passando per la questione morale, l’ex presidente della Regione, con il dente avvelenatissimo dopo anni di fuoco amico, recita il suo “J'accuse”. L’unico che sembra salvarsi dalle invettive di Crocetta è il segretario Fausto Raciti. Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle.