Quella pizza subito dopo il dolore | Carlo, il miracolo di una rinascita - Live Sicilia

Quella pizza subito dopo il dolore | Carlo, il miracolo di una rinascita

Carlo e Claudio Camarda

Vi ricordate la storia di un ragazzo forte, gentile e malato? Dopo tanto tempo, una buona notizia.

PALERMO – La felicità ha le sembianze di un ragazzo dallo sguardo un po’ assente che mastica un trancio di pizza, fissando il vuoto. Sembra un’inezia, un dettaglio a margine, invece è la vita che ricomincia nella raffigurazione di un miracolo.

I lettori di LiveSicilia conoscono già la storia di Nino, Carlo e Claudio Camarda. Claudio, il figlio autistico, un fuscello di dolcezza nel vento del mondo. Nino, il papà, la colonna che regge una famiglia col sacrificio, che non pratica mai le strade della rassegnazione. Carlo, il figlio ‘che sta bene’, che, a un certo punto, dopo viaggi, studi e interessi, torna a casa per prendersi cura del fratello e dice a suo padre: me ne occupo io, ci penserò io. Carlo che viene colpito dal fulmine di un male improvviso e precipita nel coma, portando con sé la promessa di un domani di accudimento un po’ meno travagliato.

Una vicenda umana che tanti hanno ricoperto di partecipazione affettiva, di benedizioni, di auguri, di preghiere. Adesso, c’è la prima buona notizia dopo molto tempo: Carlo Camarda è uscito dal coma, è lui il ragazzo che mangia la pizza, su una sedia a rotelle, gli occhi un po’ lontani, ma vivi, il corpo non più confinato nel perimetro di un letto d’ospedale.

Nino Camarda ha condiviso il video di una rinascita con le persone più strette, con coloro che gli sono stati vicino. Ora, dice con la consueta pacatezza: “Devo riconoscere che tutto quello che si è mosso intorno a noi, per mio figlio, ha del miracoloso e sono scettico per natura. Ci sono amici di infanzia che l’avevano perso di vista: dopo avere letto l’articolo di LiveSicilia si sono riavvicinati, garantendo impegno e sostegno. Alcuni sono venuti a trovarci. Altri ci hanno aiutato materialmente, come potevano. Siamo stati sommersi dall’affetto”.
Carlo, nel frattempo, è ricoverato a Ferrara presso un istituto specialistico. “Se le cose andranno come speriamo – spiega suo padre – forse potrò riportarlo a Palermo, permettergli di riprendere contatto con il suo mondo, con la sua esistenza. E, chissà, questo potrebbe aiutarlo a migliorare ancora”.

Nino è molto indaffarato in questi giorni. Sta lavorando, come altri volontari, per la giornata mondiale dell’autismo che sarà celebrata, con il consueto contorno di interventi e la fiaccolata finale, il 6 aprile, alle nove di sera, al Teatro Politeama. Non è un tipo incline alle chiacchierate a cui preferisce l’operosità dei silenzi, ma un sasso, ogni tanto, riesce a toglierselo dal cuore: “Che strano il nostro cammino. Nasce Claudio, il mio dolcissimo figlio autistico. Poi nasce Carlo. Lo smarrimento si riempie di tenerezza, via via che vedo i fratelli crescere e volersi bene. Quando Carlo mi comunica che vuole farsi carico di Claudio, litighiamo, perché vorrei che fosse libero, spensierato, senza pesi sulle spalle. Lui insiste e tocco il cielo con un dito. Poi, il coma con il suo concentrato di disperazione e una piccola luce che ritorna per sollevarci…”.

E che si manifesta in un piccolo video spedito via mail. Con una piccola pizza, masticata a spizzichi bocconi, lentamente, regolarmente. Tutto piccolo, consueto e luminoso, l’amore apparecchiato sopra un’immensa felicità.

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