"Il nostro lavoro non si è mai fermato" - Live Sicilia

“Il nostro lavoro non si è mai fermato”

Il Comitato (ex) Funzionari Tecnici, Geometri e Periti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

E’ arrivato settembre. Anche questa estate è trascorsa ed il nostro lavoro di tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, non si è mai fermato. E’ proseguito quotidianamente e silenziosamente, su tutti i fronti. Nella tremenda esplosione della cisterna di gas a Bologna, nell’inverosimile crollo del ponte “Morandi” di Genova, nella tremenda tragedia in Calabria, insieme a tutti gli altri colleghi, così come in ogni parte di questo nostro Paese.

E non è proseguito solo sulle emergenze, perché è utile ricordare che non ci occupiamo solo di quelle, visto che parte del nostro lavoro lo dedichiamo alla prevenzione degli incendi nelle attività produttive ed al rapporto con gli organi di verifica e controllo della sicurezza sul territorio in sinergia con tutte le altre Istituzioni (Prefetture, Regioni, Comuni, ecc.) e con il mondo, articolato e complesso, del Terzo Settore.

Abbiamo continuato ad esserci, senza risparmiarci, come sempre, come non sapremmo diversamente fare. Perché questo siamo e questo vogliamo continuare ad essere: uomini delle Istituzioni, degni e laboriosi servitori di questo nostro Paese. E tutto ciò, con la consapevolezza dell’incombente ipotesi normativa di un riordino che rischia di penalizzare fortemente e incomprensibilmente il nostro ruolo storico di cerniera tra tutto il personale e la dirigenza, un ruolo di costruttori e portatori di quell’expertise, fatta di competenze tecniche e di valori umani, che ci invidiano anche in diversi altri Paesi del mondo.

E’ con settembre giungono le attese audizioni programmate presso le Commissioni Affari Costituzionali, prima che queste liberino il testo del decreto di riordino del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per la sua definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri.

E’ arrivato settembre e, con esso il momento in cui ci auspichiamo che le argomentazioni, i confronti e le rassicurazioni ricevute, da più parti, per scongiurare quel temuto “tradimento istituzionale”, prendano forma e corpo attraverso atti concreti e definitivi che colgano le nostre istanze e le istanze di tutti coloro ai quali sta concretamente a cuore il destino del sistema di risposta elle emergenze di questo nostro Paese.

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