Comune, via libera al bilancio| Salvi trasferimenti e stabilizzazioni - Live Sicilia

Comune, via libera al bilancio| Salvi trasferimenti e stabilizzazioni

Il consiglio comunale approva la manovra, ma non mancano i mal di pancia in maggioranza.

PALERMO – Arriva solo il 3 dicembre il via libera al bilancio 2018 del comune di Palermo. Il consiglio comunale, questa mattina, ha approvato la manovra che in realtà certifica per lo più spese già fatte ed entrate già incassate, sebbene non manchi qualche elemento di novità. Una seduta tutto sommato tranquilla, anche se la maggioranza ha dovuto fare i conti con i mal di pancia di Sicilia Futura nei confronti della Rap, la partecipata che si occupa di manutenzione strade: alla fine il gruppo ha votato positivamente il bilancio, ma non è la prima volta che gli orlandiani si dividono per la gioia delle opposizioni.

L’approvazione del pluriennale era però decisiva per sbloccare alcune somme, come quelle per il Natale e il Capodanno, ma anche per evitare il blocco delle stabilizzazioni dei precari (Roma permettendo) e lo slittamento al 2019 del trasferimento di 40 milioni dallo Stato. Il bilancio contiene anche il capitolo di spese per i cantieri di servizio che saranno finanziati dalla Regione, un milione di euro in più per la Reset, quasi 30 milioni per coprire i debiti fuori bilancio e ben 42 per eliminare i disallineamenti con le partecipate, che però attendono i nuovi contratti di servizio. E ancora 2,5 milioni in più per illuminazione pubblica e riscaldamento nelle scuole, stanziati in fretta e furia perché le spese sono state superiori al previsto.

Il caso politico però, come detto, è stato quello di Rap che ha chiesto e ottenuto mezzo milione in più per i servizi a misura e volanti nell’ambito della manutenzione strade, quindi fuori dall’attività ordinaria ma previsti dal contratto e a “misura”, quindi da fatturare entro questo mese. Una richiesta che ha provocato i malumori dentro la maggioranza, ma anche tra i banchi delle opposizioni. L’Aula ha anche dato disco verde a un ordine del giorno per riavviare la mobilità orizzontale tra aziende, con l’obiettivo di svuotare il bacino Reset e garantire forze fresche alle altre partecipate.

I NUMERI. Le entrate ammontano a 2,4 miliardi di euro per il 2018, che scendono a due e rotti per il 2019 e il 2020, anche se ci sono 762 milioni di partite di giro e 325 di anticipazioni, con spese di poco inferiori e quindi con saldo positivo. Il comune continua a soffrire di carenza di liquidità e prevede un vero e proprio boom per la Tosap, che sale a 42 milioni di euro. Ben 103 milioni arriveranno dalla lotta all’evasione (di cui 34 Tari e 29 Tosap), 122 dalla Tari, 94 dall’Imu (che aumenterà a 99,6 milioni nel 2020), mezzo milione dalla Tasi, 2,5 dall’imposta di soggiorno. Crollano i proventi previsti dalle multe: dai 36 milioni previsti per il 2018 si passa ai 23 del 2019 e ai 20 del 2020. Da canoni e affitti il Comune incasserà 6 milioni quest’anno e solo 5,5 negli anni a seguire. I servizi a domanda individuale (cimiteri, mense, asili, teatri) costeranno 25 milioni ma ne frutteranno appena cinque, con un tasso di copertura del 20%. Cala la spesa per il personale, che dai 260 milioni del 2018 arriverà nel triennio a 240. Fermo al 20% il tasso di copertura dei servizi a domanda, cioè quelli per cui si paga una tariffa: musei, impianti sportivi, mercati, cimiteri e asili.

PARTECIPATE. Dopo i 28 milioni di euro del consuntivo, arrivano altri 42 milioni per le partecipate che serviranno a coprire le eventuali passività dei bilanci aziendali (17,6 milioni nel 2018, 8,3 nel 2019 e 16,5 nel 2020). Soldi che verranno spalmati nel triennio e che, secondo l’amministrazione, provengono per lo più dalla lotta all’evasione fiscale.

FONDI E ACCANTONAMENTI. In base alla nuova normativa, il Comune ha accantonato soldi in più fondi: quello di riserva, quello per l’anticipazione di liquidità, crediti di dubbia esigibilità, perdite partecipate, contenzioso e indennità di fine mandato. Per un totale, nel triennio, di quasi mezzo miliardo, di 38 milioni nel 2018 di soli crediti dubbi.

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LE REAZIONI

“L’approvazione del bilancio di previsione, avvenuta oggi in consiglio comunale a Palermo, dimostra il senso di responsabilità delle forze politiche d’Aula: l’atto consentirà di non fermare le stabilizzazioni dei precari, di far giungere entro l’anno 40 milioni di euro di trasferimenti statali, di avviare i cantieri di servizi, di dare più soldi a Reset e di garantire attività indispensabili come l’assistenza agli alunni disabili, oltre a sbloccare attività culturali come quelle natalizie e di fine anno che daranno una boccata d’ossigeno ad albergatori e commercianti”. Lo dicono, in una nota, i consiglieri comunali del Partito Democratico di Palermo Dario Chinnici, Rosario Arcoleo, Francesco Bertolino, Carlo Di Pisa e Giovanni Lo Cascio. “Il bilancio 2018 – commentano i consiglieri dem – è il primo a vedere la totale eliminazione dei disallineamenti delle partecipate, con lo stanziamento di 42 milioni di euro: una condizione di trasparenza ed equilibrio che dona serenità al Comune e alle sue società, ma che permette anche di iniziare a lavorare immediatamente ai nuovi contratti di servizio. Il Pd ha dato il suo fattivo contributo, ma un plauso va rivolto al lavoro che la maggioranza e le minoranze hanno compiuto in queste settimane nell’interesse di Palermo. Chiediamo all’amministrazione attiva di iniziare sin d’ora a lavorare al bilancio 2019, da cui i cittadini attendono risposte importanti”.

“Un bilancio di previsione 2018-2020 che certifica lo stato di crisi del “sistema Palermo” e la scarsa capacità di progettazione economico-finanziaria dell’amministrazione – commenta il capogruppo M5s Ugo Forello – In particolare, il 2018, secondo le previsioni, chiuderà, per la prima volta nella storia del comune, con un saldo di cassa negativo di oltre trenta milioni di euro. In altre parole, l’ente è entrato in una fase di cronica mancanza di liquidità per far fronte alle spese correnti. Un ulteriore segnale della difficoltà di incassare le proprie entrate, ma anche un ulteriore effetto dei grossolani errori di previsione di incassi non realizzati. Ci sono, inoltre, previsioni “miracolose” (o meglio dire surreali) nel settore dei debiti fuori bilancio: si prevede che dai circa 30 milioni del 2018 si scenda a 5 nel 2019. Si manifesta, inoltre, lo stato di salute critico delle società partecipate e, in particolare, l’Amat, che registra una perdita spaventosa, e la Rap, che quest’anno chiuderà in negativo. A fronte di ciò gli accantonamenti (per le perdite e l’eliminazione del disallineamento) del Comune, nel corso del triennio, sono ancora insufficienti. Ancora, la quantificazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità costituisce uno degli elementi di maggiore debolezza nella costruzione del bilancio 2018-2020 (mancano oltre 100 milioni di euro) e rende la struttura di programmazione finanziaria-economica molto fragile e insicura. Premesso ciò, quello che più preoccupa però è la progressiva e drastica riduzione della spesa nel triennio 2018-2020, tagli lineari che soprattutto dal prossimo anno determineranno contrazioni della spesa di oltre il 50-60% nei settori dell’istruzione e dei diritti allo studio (specie della pre-scolastica), dell’assetto del territorio ed edilizia abitativa (specie nel settore della difesa del suolo), degli interventi per il diritto alla casa e dei servizi cimiteriali”.

“Il bilancio 2018, seppur approvato a fine anno, contiene alcune importanti novità: l’eliminazione dei disallineamenti, fondi per l’istruzione e il sociale, la valorizzazione di alcuni beni immobili, la prosecuzione del processo di metanizzazione della città, fondi aggiuntivi per la Reset, anche se è necessario lavorare immediatamente alla revisione di tutti i contratti di servizio con le aziende – dice il capogruppo di Palermo 2022 Tony Sala – Risultati importanti che vanno inquadrati all’interno di un contesto precario che riguarda tutti gli enti locali italiani, sempre più alle prese con i tagli ai trasferimenti e con l’esigenza di assicurare i servizi anche in assenza di risorse. Palermo in questo non fa eccezione, scontando un’incapacità di riscuotere i tributi che pesa gravemente sui conti, sebbene questi siano in ordine: il Comune non è in default finanziario, grazie al lavoro compiuto in questi anni, ma soffre di alcune difficoltà che creano, nei fatti, un default funzionale. La mancanza di dirigenti tecnici, la penuria di personale specializzato, i pensionamenti dovuti alla quota 100 che comporteranno un mini-esodo sono tutti fattori che creano degli ostacoli all’azione amministrativa quotidiana, a cui bisogna porre rimedio riavviando la stagione dei concorsi al Comune e nelle partecipate”.

“Nessuna complicità con una maggioranza che cambia idea ad ogni soffio di vento. In segno di protesta, sono uscita dall’Aula al momento della votazione del bilancio 2018”. Lo afferma Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell’Udc di Palermo, che prosegue: “E’ stato davvero sconcertante ascoltare esponenti della maggioranza cambiare idea dall’oggi al domani, “compagni” di lotta e di governo, che se da una parte hanno palesemente dichiarato di essere contrari a questo bilancio, dall’altra hanno poi votato in aula a sostegno di questi conti strampalati, soprattutto sul maxiemendamento che regala circa 470 mila euro alla Rap per un servizio, quello relativo alla manutenzione delle strade, mai veramente svolto considerate le pessime condizioni dell’intera viabilità cittadina. Mi riferisco ai colleghi di Sicilia Futura, verso i quali nutro grande stima, ma che oggi mi hanno fortemente delusa, dimostrando di volere stare con due piedi in una scarpa. In sostanza, Orlando e i suoi hanno trovato questo escamotage per tappare l’ennesimo buco di un’azienda che fa acqua da tutte le parti, il paradigma perfetto di un’amministrazione che, ogni giorno che passa, scopre sempre nuove falle”.

“La politica rischia di soccombere di fronte ad una gestione degli enti pubblici sempre più amministrativa. Non è un caso che moltissimi comuni della Sicilia rischiano il fallimento – dicono i consiglieri di Sinistra Comune Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno – Infatti a Palermo i tagli hanno comportato una riduzione drastica dei trasferimenti statali e regionali, che in 5 anni sono passati da 500 milioni a 200 milioni di euro. Inoltre, l’irrigidimento delle norme sui bilanci li rende sempre più ‘asfittici’, ridotti a fondi di accantonamento che rendono complessa la possibilità di garantire servizi efficienti. Nel caso di Palermo è un risultato importante aver salvaguardato i servizi sociali e scolastici malgrado l’esiguità dei trasferimenti che induce ad aumentare il tasso di povertà. Le criticità evidenziate sono indispensabili per spiegare le ragioni per le quali il nostro gruppo ha votato a favore di questo Bilancio di previsione 2018. Infatti vengono tutelati settori nevralgici come quello dell’assistenza specialistica per gli alunni disabili. Questo bilancio, inoltre, rappresenta un punto di avanzamento nelle relazioni tra aziende partecipate ed Amministrazione comunale. La lotta all’evasione, infine, ha portato nelle casse del Comune circa 15 milioni di euro: una risorsa fondamentale in un momento tanto delicato”.

“Anche il bilancio 2018/2020, come il 2017/2019, é stato approvato a fine anno con il fiato sul collo del Commissario e con l’apprensione delle scadenze perentorie – dice Massimiliano Giaconia di Palermo 2022 – Zero o quasi le possibilità di manovre per il Consiglio Comunale, considerato che i capitoli di spesa erano quasi tutti impegnati o addirittura spesi. Per Reset, grazie anche all’impulso dato con la lettera aperta a firma mia e del consigliere Caracausi, si è riusciti a prevedere un milione in più, anche se l’Azienda avrà un milione in meno rispetto al contratto di servizio deliberato dal Consiglio a marzo 2017 e 2 in meno rispetto a quanto era stato previsto nel previsionale 2017. Ma sulla questione Reset e il tema delle Partecipate siamo stati rassicurati dall’Assessore al Bilancio Gentile che, alla preoccupazione che la consortile possa chiudere il prossimo bilancio in perdita, ci ha assicurato che non accadrà e che comunque, già dall’inizio del prossimo anno, sarà attivata la cabina di regia delle partecipate. Adesso é necessario approvare in tempi estremente veloci e, comunque entro questo mese il consolidato 2017, perché fino a quando non si approva, altre questioni rimarranno ferme e altre scadenze incombono, come quella legata alla situazione della stabilizzazione dei lavoratori precari del Comune che andranno in scadenza di contratto già a partire dalla fine di questo mese, e che in assenza dell’approvazione degli strumenti finanziari rischierebbero concretamente. Spero che questo sia l’ultimo bilancio di previsione che si approva come se fosse un consuntivo. Il Consiglio Comunale, soprattutto la maggioranza, ha il diritto e dovere di partecipare fattivamente alla pianificazione economica e di programmazione politica della città, pertanto non può continuare a ritrovarsi ad approvare gli strumenti finanziari con l’apprensione delle scadenze, soprattutto senza avere margini di manovra”.

“Con l’approvazione del Bilancio di Previsione, direi un consuntivo, l’amministrazione ha fatto un’operazione trasparenza, eliminando i disallineamenti tra l’Ente Comune e le Partecipate – dice il capogruppo del Mov139 Sandro Terrani – Malgrado l’enorme riduzione dei trasferimenti statali, che sono passati da 400 milioni di euro di 10 anni fa ad appena 192 milioni di oggi, per non parlare di quelli regionali che sono passati da 28 milioni di euro a 13, si è riusciti a garantire la spesa per il sociale che anzi è stata aumentata. È indispensabile cambiare rotta e programmare fin da subito il bilancio 2019-2021 e soprattutto rivisitare i contratti di servizio delle partecipate, ad iniziare dalla Rap, che non riesce più a garantire più i servizi essenziali, a partire da manutenzione strade e spazzamento. Insomma ci vuole una cabina di regia tra Consiglio Comunale e Giunta, per risolvere diverse ed ataviche problematiche che affliggono la città”.

“Il consiglio comunale di Palermo questa mattina ha dato il via libera al bilancio di previsione 2018/2020 con il voto favorevole della maggioranza e il voto contrario di tutte le forze di opposizione. Ho detto sì a questo bilancio, malgrado le tante perplessità, perché era necessario dare risposte ai cittadini e mettere in sicurezza i conti del Comune. Il mio auspicio è che quanto promesso dall’assessore al ramo, e cioè che il nuovo bilancio di previsione 2019/2021 arriverà nei primi mesi del prossimo anno, venga rispettato: Palermo non può preventivare la sua spesa a fine anno. Confido che il sindaco nelle prossime settimane indica un incontro di maggioranza per gettare le basi per il futuro della nostra città”. Lo dice il consigliere comunale di Palermo Paolo Caracausi (Mov139 in quota Idv).

“Questo bilancio ormai è una certificazione di spesa di 11 mesi di gestione e un piano di accantonamento rispetto ai disallineamenti emersi con gli scorsi bilanci”. Così Fabrizio Ferrandelli. “Abbiamo aggiustato leggermente il tiro su Reset – precisa Ferrandelli – con la proposta di emendamento in commissione Bilancio. Davvero un bilancio da morte civile. Ogni bilancio di previsione dovrebbe essere l’occasione per rilanciare e rinnovare l’idea di città; a Palermo invece è quella del ripianamento dei danni e ne mancano ancora tanti. Abbiamo contribuito tuttavia – conclude Ferrandelli – ad imprimere una accelerazione per mettere al sicuro il processo di stabilizzazione del personale part-time”.

“Ancora una volta abbiamo dimostrato serietà e senso di responsabilità in occasione del bilancio 2018/2020 – dichiarano i consiglieri di Sicilia Futura Inzerillo, Meli, Russa e Zacco – C’era un accordo d’aula per il quale non avremmo presentato emendamenti o sub-emendamenti per evitare di rimodulare il Bilancio e mettere a rischio i fondi extracomunali, per questo abbiamo votato a gran fatica l’emendamento, con l’impegno che subito dopo l’approvazione del bilancio si faccia chiarezza sui contratti di servizi partendo da Rap. Non possiamo più permettere di continuare a chiedere sacrifici ai cittadini e non garantire i servizi che permettano un minimo di vivibilità concludono i consiglieri”.

“Forza Italia ha ribadito il suo voto contrario al Bilancio di previsione – dice l’azzurro Andrea Mineo – Uno strumento finanziario asfittico pervenuto in largo ritardo, il quale mette in luce tutte le difficoltà di questa amministrazione e nel quale, al netto delle risorse destinate alle società partecipate, permangono tutte le criticità spesso evidenziate”.

“La Lega ha votato no al bilancio perché è l’ennesima dimostrazione della mancanza di programmazione da parte di una amministrazione che per evitare il fallimento fa tagli da macelleria messicana, piuttosto che cercare di aumentare gli incassi. Introiti che potrebbero aumentare non sulle spalle dei cittadini, cioè con nuove tasse, ma mettendo a frutto per esempio l’imposta di pubblicità, della quale manca ancora incredibilmente il regolamento, oppure la tassa di soggiorno, mal spesa, piuttosto che impiegata per fare crescere i turisti in città. Oppure ancora il problema del suolo pubblico, in piena deregulation. Tutte cose che fanno perdere un enorme quantitativo di denaro”. Lo dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Palermo, al termine dei lavori d’aula a Sala delle Lapidi per l’approvazione del bilancio 2018. “Nel previsionale sono previsti tagli da macelleria messicana che prevedono tagli del 50 per cento sull’istruzione – dice Gelarda – mentre sui servizi per lo sport siamo già al 95° posto in Italia e adesso crolleremo ancora di più. Altri tagli riguarderanno il diritto alla casa e il controllo del territorio, mentre sui cimiteri l’anno prossimo si passerà da 5 milioni a meno di 2 milioni. Tagli ancora più pesanti sugli asili nido: si passa da 21 milioni attuali a meno di 8 milioni per l’anno prossimo. E all’orizzonte non è escluso l’aumento della Tari – aggiunge il consigliere della Lega – perché il Comune avrà bisogno di soldi, ma senza garantire i servizi di pulizia”. La Lega critica l’operato di un’amministrazione comunale che preannuncia solo altre sofferenze e altri anticipazioni di cassa, nonostante in questo momento manchi liquidità. “Il Comune sta tagliando i pochi servizi rimasti in città – dice Gelarda – , ci ritroveremo i cittadini a Palazzo delle Aquile a tirarci le uova. L’amministrazione Orlando naviga a vista. Ma una certezza c’è dopo l’approvazione del bilancio di oggi – conclude il rappresentante della Lega – Dalla 106° posizione attuale per qualità della vita, Palermo si sta avviando a passo spedito verso la posizione numero 109. E non potrà piazzarsi peggio soltanto perché le città, in Italia, sono proprio 109”.

Sulla mobilità interaziendale e la razionalizzazione del personale, stamattina è stato approvato in Consiglio comunale un Ordine del giorno proposto dal consigliere comunale di Sinistra Comune Marcello Susinno. “Il documento è stato sottoscritto e condiviso da diversi consiglieri con l’obiettivo di sopperire alla carenza di personale della Rap, in particolare, attingendo alle risorse delle altre società partecipate. L’atto deliberativo sigla un accordo di rete tra l’Amministrazione e le partecipate per ottimizzare i servizi e avvalersi di un organico adeguato. E’ una misura tesa ad affrontare le difficoltà legate alla carenza di personale di varie partecipate, come nel caso dell’azienda di piazzetta Cairoli – conclude Marcello Susinno. Il numero dei dipendenti della Rap negli ultimi anni è infatti diminuito di 500 unità, con un conseguente peggioramento della qualità del servizio proposto alla città. Gli attuali 1.843 dipendenti della Rap non sono sufficienti a coprire il fabbisogno di un territorio urbano così esteso e complesso”.

“Non ho partecipato al voto sul bilancio “di previsione” del 2018, innanzitutto perché un documento approvato il 3 dicembre è più un consuntivo che non uno strumento di previsione e perché è evidente che Orlando sta già preparando il dissesto da fare trovare al prossimo sindaco.” Lo dichiara Marianna Caronia, commentando il voto di oggi in Consiglio comunale. “Questo documento e i tempi della sua approvazione – prosegue Caronia – dimostrano l’assenza di una vera programmazione della spesa e capacità di usare le risorse che arrivano da Stato, Regione e Ue, che si ripercuote soprattutto sugli interventi per i soggetti più fragili e sui servizi ai cittadini. Questo bilancio si può chiudere soltanto grazie ad una serie di escamotage, primo fra tutti il fatto che molte spese che dovremo sicuramente sostenere (per la scuola, per i servizi cimiteriali, per i servizi sociali) sono destinate a divenire debiti fuori bilancio. In questi giorni abbiamo poi assistito al sostanziale svuotamento del Piano delle opere pubbliche, che ruota attorno al tram, che se sarà realizzato così come previsto, diverrà una vera iattura per i residenti e il commercio. A corredo di tutto questo ci sono poi l’imposizione di tagli pesantissimi alle partecipate, prima fra tutte l’Amat, che mette a rischio servizi ai cittadini e posti di lavoro ed un piano delle alienazioni invariato rispetto al passato, quindi destinato a non portare reali risorse.”


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