I boss dal parrucchiere | Quei summit nel solarium - Live Sicilia

I boss dal parrucchiere | Quei summit nel solarium

Un frame del blitz

Un negozio era pieno di microspie. I carabinieri hanno ascoltato le riunioni in diretta.

PALERMO – Filippo Annatelli era il capo della famiglia di corso Calatafimi. Anche lui in carcere c’era già stato nel 2009. Prima, però, si era fatto un anno di latitanza in una casa a Borgo Molara. Appena scarcerato era tornato alla sua vecchia attività – attività mafiosa – ed è stato coinvolto nel blitz dei carabinieri delle settimane scorse. C’è anche il suo nome nei nuovi organigrammi di Cosa nostra. 

Annatelli utilizzava spesso per i suoi incontri la parrucchiera di Marco La Rosa, a Villa Tasca, tanto che si era preso i rimproveri perché aveva violato la regola di cambiare sempre il luogo delle convocazioni. Non era stato prudente. Dal 18 gennaio 2018 al 15 magio 2018 ci sono state nove riunioni nel solarium. Si discuteva di tutto. Con Cancemi parlava dell’apertura di una società con un capitale srl a diecimila euro… ‘u travàgghiu (il lavoro, ndr) è di un milione e mezzo di euro”.

Nell’affare c’era sicuramente anche l’interesse di Settimo Mineo, Salvatore Sorrentino e di altri personaggi dell’Uditore. Ancora Annatelli: “… però io allo zio Settimo gliel’avevo detto: ‘Zio Settimo non è che ce la possiamo prendere… io o lei si prende la responsabilità!?… minchia… giusto… giusto… papt ed arrestarono a questo… quello dice: ‘lo stai vedendo… dice… Filì”. Il riferimento era all’arresto di Rosario Montagna, uno dei futuri soci, per questioni che riguardavano la gestione di pompe di benzina di Cosimo Vernengo, boss di Corso dei Mille. “… si chiama questo Montagna… mi pare Rosario… e l’hanno arrestato pure… è quello tignusu… l’hanno arrestato pure questo doveva fare la società con cosa…”, diceva Annatelli. “E ci sarebbe stata la tombola”, rispondeva Cancemi.

Sempre nel corso di un incontro nella parrucchiera, il 18 gennaio 2018, emergerebbe il ruolo di Enrico Scalavino, soprannomina muschidda, nei traffici di droga. È stato scarcerato nel settembre 2017. Annatelli riferiva a Cancemi che era stato lui ad autorizzare Scalavino ad occuparsi di droga: “… sì, però c’era un accordo … e lui andò a finire che se la va a prendere da un’altra parte e quelli vengono e mi vengono a dire: “Ma non c’era un accordo che… che si doveva fare… che se la doveva prendere da me?”. Solo che avrebbe violato l’accordo, perdendo il diritto di imporsi sul territorio quale fornitore autorizzato di sostanze stupefacenti per conto della famiglia mafiosa di corso Calatafimi.


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