PALERMO – Settimo Mineo resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari ha negato la scarcerazione dell’anziano boss, 83 anni, accusato di avere presieduto la nuova cupola di Cosa Nostra. Quella convocata dopo la morte di Totò Riina.
Nella richiesta inviata al giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia che sta processando Mineo, gli avvocati Stefano Santoro e Giovanni Restivo avevano allegato la cartella clinica del carcere di Sassari, dove il boss è recluso al 41 bis, e la consulenza di un cardiologo palermitano. Entrambe certificano i problemi cardiovascolari del padrino di Pagliarelli.
La direzione sanitaria del carcere ha scritto al gip che Mineo non è a rischio “non essendo presenti pericoli concreti di contagio”. La stessa direzione segnala che il paziente deve essere comunque considerato per la patologia e per l’età superiore ai 70 anni “ipersuscettibile” al rischio di complicanze serie in caso di infezione da Covid-19. Il gip ha concluso lo scorso 22 aprile, ma la notizia si apprende oggi, che non essendoci rischi attuali e concreti vanno garantite le esigenze cautelari. Dunque Mineo deve restare in carcere.
Per Mineo, già condannato in passato, la Direzione distrettuale antimafia ha chiesto 20 anni di carcere ed è in attesa di conoscere il verdetto. Il ritorno al potere di Mineo è stato ricostruito dai carabinieri di Palermo in interi capitoli di informative, zeppe di intercettazioni ed esiti di pedinamenti.