TERMINI IMERESE (PALERMO) – A fine gennaio sarà trascorso un anno dalla sua scomparsa. Dodici mesi di totale silenzio, che hanno sconvolto la vita della madre di Carlo La Duca, l’imprenditore agricolo di 38 anni di cui si sono perse le tracce dopo essere uscito di casa, nella zona tra Cerda e Termini Imerese.
La sua auto, una Golf Gtv grigia, fu ritrovata il giorno dopo in via Salvatore Minutilla, periferia di Palermo, era stata parcheggiata e chiusa a chiave. Da quel momento in poi, dubbi, paure e sospetti, hanno alimentato un giallo che non trova ancora soluzione e, nel frattempo, la mamma del 38enne, Concettina Maria, ha raccontato retroscena preoccupanti. Le sue dichiarazioni, durante la prima udienza del processo per aggressione partito al Tribunale di Termini Imerese dopo aver denunciato l’ex moglie del figlio, hanno infatti descritto un clima molto teso con la nuora.
L’aggressione sarebbe avvenuta nel 2012, dopo la morte del marito, quando viveva ancora nella stessa palazzina in cui il figlio e la donna abitavano. “Gesti violenti, spintoni e minacce di morte – ha detto la madre dell’imprenditore – si ripetevano spesso. In una occasione, quando mio figlio non c’era per lavoro, ho tentato di contattarlo per raccontargli cosa stava succedendo, ma Luana mi ha minacciato, stringendomi il filo del telefono intorno al collo”. Una testimonianza forte, che delinea un contesto di continue liti e screzi, che in base al racconto di Luana Cammalleri alla trasmissione “Chi l’ha Visto?”, non sarebbe però mai sfociato in violenza e nulla avrebbe a che fare con la socmparsa del marito.
Con lei l’imprenditore ha due figli, ma la coppia era ormai in fase di definitiva separazione. Negli scorsi mesi la donna ha parlato di presunti debiti e relazioni extraconiugali che potrebbero aver fatto finire l’ex marito nei guai, ma la madre e la fidanzata hanno ribadito più volte di non credere a questa ipotesi. Nessuna traccia, a parte la macchina individuata in via Minutilla, ha indirizzato finora gli investigatori verso la soluzione del giallo: la Procura di Termini Imerese continua ad indagare per sequestro di persona, ma la svolta non è ancora arrivata.
Il giorno della scomparsa, Carlo La Duca avrebbe dovuto raggiungere la compagna Cetty a Cinisi, le aveva anche mandato un messaggio per avvisarla. Le aveva precisato che prima avrebbe fatto visita ad un amico, nella zona di Ciaculli a Palermo e, quest’ultimo, ha confermato agli inquirenti di avere incontrato La Duca. “Da quel momento in poi – ha spiegato il legale della famiglia, l’avvocato Salvatore Pirrone – abbiamo cercato di ricostruire i movimenti di Carlo. Non abbiamo mai creduto all’allontanamento volontario, visto che aveva da poco recuperato il suo rapporto con i bambini e stava organizzando il lavoro per i mesi seguenti. Non ci resta che sperare che le indagini prendano la direzione giusta”.
“Ormai non vivo più – ha detto la madre, che nel frattempo si è trasferita in un’altra abitazione. “Lì avevo paura – ha aggiunto – e conto ancora i giorni, le ore i minuti. A volte credo di impazzire senza mio figlio. Non credo avesse debiti o problemi particolari che possono aver provocato dei guai. Mi interessa sapere soltanto dove si trova e se sta bene. Non so nulla e ciò mi distrugge. Non posso continuare a convivere con questa angoscia, chi sa qualcosa parli”.