Covid, la bambina nata a Palermo |'Si chiama Rosalia, cioè speranza' - Live Sicilia

Covid, la bambina nata a Palermo |’Si chiama Rosalia, cioè speranza’

Un miracolo umano e professionale. Parlano i medici.

PALERMO- Tu che sei nata dove c’è sempre il sole, stavolta il sole sei tu. Hai portato un raggio nel mondo, con la forza di chi si ostina, nonostante tutto, a venire al mondo. Sappiamo tutto di te. Del Coronavirus contro cui tua madre sta lottando, in un letto di ospedale, a Palermo. Della tua vita silenziosa nella dolce e ostinata protezione di quel ventre. Sappiamo della paura e del flagello, anche se qui siamo stati appena sfiorati dal disastro. E preghiamo per tua madre e per te. E tanto abbiamo pregato per te, perché potessi piangere, una volta approdata, e liberare fra le lacrime della nascita il tuo primo sorriso.

Ci ha informati la puntuale cronaca di Monica Panzica che, su questo giornale, sta raccontando la tua storia. Abbiamo letto con emozione il dispaccio a margine di una felicità che sembrava impossibile: “E’ stato eseguito un parto cesareo d’urgenza alla donna di 34 anni ricoverata al ‘Cervello’ di Palermo perché risultata positiva al Covid-19. La bimba, nata poco dopo mezzogiorno, pesa un chilo e mezzo ed è in buona salute, anche se prematura. ‘Il parto – spiegano dall’ospedale di via Trabucco – è stato reso necessario dal peggioramento delle condizioni della madre, che nelle scorse ore ha avuto una grave insufficienza respiratoria ed è stata intubata per la seconda volta’. La 34enne, originaria del Bangladesh, ma residente da anni a Palermo, è ricoverata in Terapia intensiva e Rianimazione e dal giorno in cui è scattata l’emergenza”.

Sì, siamo preoccupati per tua madre e un po’ per te. Ma quel tuo vagito è risuonato come una sinfonia, dopo un silenzio che sembrava intessuto di secoli.

Ora, i tuoi angeli custodi, tra i benemeriti che ti hanno assistito in corsia, e che non si sono risparmiati, nemmeno sotto la tempesta, parlano di te come i marinai di una nave che ha portato a termine la parte iniziale del viaggio.

Dice Baldo Renda, primario della Terapia intensiva: “E’ stato difficile gestire la situazione critica, contemperando le esigenze della madre e della bambina, per procedere con cautela e attenzione. Siamo contenti. Dalle ultime notizie ci risulta che la piccola sta meglio. La vicenda ci ha toccato tutti e la consideriamo un segno di speranza. Ci siamo commossi, perché nasconderlo? La mamma sa che sua figlia è nata. E le auguriamo di poterla abbracciare”.

Gaspare Cucinella, il ginecologo che ti ha presa al volo, con altri valenti colleghi, racconta: “Noi, intanto, l’abbiamo chiamata Rosalia Sofia. Sofia in omaggio all’azienda ospedaliera. Rosalia come la Santuzza che ha sconfitto la peste. Anche io penso che la sua nascita sia un segno di speranza. Una carezza per tutti noi”.

E adesso ci sei tu, approdata alla luce, grazie a un miracolo della sanità palermitana. Ma quelli che ti hanno presa al volo sono anche bellissimi esseri umani, non solo bravissimi medici, altrimenti non ci sarebbero riusciti.

Ci sei tu, Rosalia Sofia. Tua madre ti sogna in una stanza d’ospedale. Sogna i tuoi occhi spalancati. Sogna le tue manine fra le sue. Tu che sei nata qui per riaccenderle il cuore.


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