+++La 56enne morta e i focolai+++ Catania "sorvegliata speciale"

Covid, 56enne morta e focolai| Catania “sorvegliata speciale”

Ecco la mappa delle situazioni di maggior rischio, attenzionate dai vertici Asp.
PANDEMIA - NUOVE MISURE
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2 min di lettura

CATANIA – La signora di 56 anni deceduta per Covid, la presenza dell’aeroporto e delle nuove regole, i focolai monitorati da tempo: Catania è sorvegliata speciale.

Tragica perdita

La signora di 56 anni sovrappeso, deceduta ieri per Coronavirus, ha resuscitato, alle falde dell’Etna, una paura: il Covid può uccidere ancora. E, nel caso della 56enne, non si trattava di una signora con gravi patologie, ma di una persona obesa con problemi di pressione. Situazione comune a molte persone della sua età.

I numeri

Ci sono 152 positivi di cui 21 ricoverati. L’incidenza dei malati in ospedale è più bassa del 50% rispetto al periodo di emergenza.

Le nuove regole

Secondo quanto disposto dal presidente della Regione Nello Musumeci, l’aeroporto torna a essere “sorvegliato speciale”, con un presidio che monitora gli ingressi più a rischio, provenienti, per esempio, da Malta e dalla Spagna.

Affrontati e superati, durante una riunione in Prefettura, gli aspetti burocratici: negli aeroporti dovrebbe operare esclusivamente l’Usmaf (Uffici di sanità marittima e di frontiera). Ma l’Asp ha predisposto un nuovo nucleo di medici, con infermieri, operatori informatici e autisti per effettuare i prelievi.

Hostess positiva

Una hostess di una compagnia di volo americana è risultata positiva al coronavirus. In questo caso, rispetto all’altra hostess che aveva la febbre, il contagio è certo. Le Usca stanno monitorando con attenzione ogni particolare.

I focolai

Resistono, in provincia di Catania, ancora strascichi dei cluster monitorati da alcune settimane. Il principale è quello dei ragazzi della discoteca Afrobar, ben 7 tra i presenti a quella notte da ballo sono risultati positivi. Cinquantasette in autoisolamento. Altro cluster è quello derivato dalla comunità evangelica, con numerosi contagi sparsi nei comuni etnei. A macchia di leopardo i positivi continuano a crescere, lentamente, ma non si tratta dei numeri dell’emergenza.

La prospettiva

Ciò che allarma gli esperti e i vertici Asp, è l’impatto, durante le prossime settimane, della prima ondata influenzale, i cui sintomi sono simili a quelli del coronavirus. Per questo il manager Franco Luca è al lavoro, insieme a Antonio Leonardi del dipartimento di prevenzione, tutto il team e al commissario Giuseppe Liberti, per spostare il momento dell’assistenza dai pronto soccorso alle case di chi dovesse averne bisogno. Lo scopo è quello di evitare che siano prese d’assalto le strutture pubbliche.

Insomma, bisogna continuare a tenere alta l’attenzione e, in questo, Catania, è “sotto osservazione”.

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