Mancato fallimento del Palermo, i pm insistono: "Alterate le procedure"

Mancato fallimento del Palermo| “Alterate le procedure”

I pm di Caltanissetta insistono nelle accuse nonostante l'annullamento della Cassazione

La procura di Caltanissetta ha chiuso l’inchiesta sulla mancata dichiarazione di fallimento del Palermo calcio. A ricevere, lo scorso 29 luglio, l’avviso di conclusione delle indagini sono stati l’ex giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo Giuseppe Sidoti e l’ex presidente rosanero Giovanni Giammarva.

I pm hanno insistito sull’ipotesi di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, nonostante nei mesi scorsi prima il Riesame avesse derubricato il reato nella meno grave corruzione per esercizio della funzione e poi la Cassazione avesse annullato le ordinanze.

I sostituti procuratori Claudia Pasciuti e Davide Spina hanno notificato l’avviso anche al giudice Fabrizio Anfuso. Nel suo caso viene ipotizzata la rivelazione di notizie riservate. Secondo l’accusa avrebbe fatto sapere a Sidoti che la Procura di Palermo aveva chiesto l’arresto dell’ex patron Maurizio Zamparini.

Le indagini sono state svolte dai finanzieri del Gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo. A Sidoti viene anche contestata l’ipotesi di abuso d’ufficio per avere nominato una donna in una procedura fallimentare in presenza di motivi che lo obbligavano ad astenersi.

Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta, pur confermando la sussistenza della corruzione, aveva stabilito che l’atto per cui il magistrato avrebbe ricevuto favori e regali, e cioè la sentenza che rigettava l’istanza di fallimento della società calcistica, era legittimo. Successivamente la Cassazione andò oltre, annullando l’ordinanza con cui Sidoti aveva subito una sospensione momentanea dalle funzioni. “L’iniziale impianto accusatorio è stato demolito”, si limita a dire l’avvocato Monica Genovese che assiste Sidoti.

Secondo i pm, invece, e lo ribadiscono nell’avviso, Sidoti “avrebbe alterato il corretto svolgimento della procedura pre fallimentare”. Come? Non astenendosi dal procedimento alla luce del suo rapporto confidenziale Giammarva, nominando come consulente per valutare l’insolvenza della vecchia società un professionista legato a Giammarva, impartendo ad un altro consulenze direttive per non fare emergere criticità.

I sospetti su un accordo corruttivo per pilotare la sentenza sul fallimento del club emersero nell’indagine dei pm palermitani su Zamparini, accusato di varie ipotesi di autoriciclaggio ed evasione fiscale e ora agli arresti domiciliari.

Il coinvolgimento del giudice fallimentare in servizio a Palermo ha comportato la trasmissione degli atti a Caltanissetta, competente per legge sulle toghe del capoluogo. Nel frattempo il vecchio Palermo è stato dichiarato fallito ed è nata una nuova società che nulla a che fare con il passato.

Gli indagati hanno sempre negato le accuse, sostenendo la legittimità del provvedimento nel caso di Sidoti e Giammarva e di normale interlocuzione fra giudici nel caso delle presunte rivelazioni di Anfuso. Per loro i pm chiederanno il rinvio a giudzio.


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