Tregua armata in maggioranza| Orlando guarda al 2022 - Live Sicilia

Tregua armata in maggioranza| Orlando guarda al 2022

Vertice ad alta tensione con giunta e consiglieri
COMUNE DI PALERMO
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PALERMO – Una tregua “armata” fra alleati che mal si sopportano e intanto preparano le grandi manovre in vista del 2022, la promessa (l’ennesima) di una maggiore condivisione delle scelte, i soliti diktat contro i partiti, salvo poi serrare le file per governare altri due anni. Incassata la fiducia di Sala delle Lapidi, Leoluca Orlando è tornato ieri a riunire la sua maggioranza in presenza: all’Archivio storico il sindaco di Palermo si è presentato con la giunta quasi al completo per incontrare i consiglieri che hanno respinto la mozione votata dieci giorni fa.

Un impegno che il Professore aveva preso con i partiti e che ha deciso di onorare, anche se a suo modo. Orlando ha preso la parola all’inizio, poco dopo le 16, per ribadire che non accetta ricatti da nessuno, che sulla giunta decide solo lui e che è pronto a staccare la spina in qualunque momento, se non c’è condivisione su quella che definisce la sua “visione” della città, seguendo un copione visto e rivisto in questi anni. Poco dopo le 20 ha chiuso il dibattito sancendo l’esistenza di una maggioranza che rappresenterebbe il 40%  dei palermitani e guardando al 2022, quando la coalizione dovrebbe allargarsi fino a comprendere il M5s (o quello che ne rimarrà) e, perché no, anche qualche moderato di centrodestra.

In mezzo quattro ore di interventi di assessori e consiglieri comunali, alcuni polemici e altri meno, in cui non sono mancati i momenti di tensione anche col primo cittadino. Perché al di là dei numeri in Aula, la maggioranza mostra crepe evidenti: Sinistra Comune e renziani sono da tempo ai ferri corti, il Pd mugugna e perfino gli orlandiani si lamentano della giunta e degli uffici. Uno “sfogatoio” in piena regola che non ha risparmiato quasi nessuno ed è stato l’occasione per far emergere tensioni finora mal celate.

L’assessore Leopoldo Piampiano, in quota Italia Viva-Sicilia Futura, avrebbe puntato il dito contro il collega di giunta Giusto Catania accusandolo di scarsa condivisione sui provvedimenti, mentre Sinistra Comune avrebbe incolpato Amat e Rap (guidate rispettivamente da Michele Cimino e Giuseppe Norata, entrambi renziani) di non voler procedere con le assunzioni degli interinali e con la mobilità orizzontale da Reset. Un tema, questo, particolarmente delicato e che ha provocato anche la reazione del sindaco che sarebbe stato poco tenero nei confronti di Cimino e Norata, a loro volta difesi dai consiglieri di Iv.

Il sindaco ha chiesto ai partiti di condividere la sua “visione” fatta di accoglienza e internazionalizzazione, ma i consiglieri non hanno mancato di elencare i problemi con cui i cittadini devono fare i conti tutti i giorni: dall’immondizia ai cimiteri, dal decoro alla pubblica illuminazione, passando per i servizi. “E’ difficile spiegare la nostra visione, se poi la gente vede l’immondizia per strada”, ha detto uno dei presenti. Da qui l’impegno a organizzare degli incontri fra la maggioranza, i cda delle partecipate e gli assessori di riferimento partendo proprio da Rap e Amat, finite sul banco degli imputati, per poi dare il via a incontri tematici con i singoli assessori e alle giunte di quartiere.

Sinistra Comune e Italia Viva sanno che mancano ancora due anni alle elezioni e rompere adesso sarebbe controproducente per tutti: da qui la scelta di una tregua armata, garantita da una maggiore condivisione sui provvedimenti, che offre loro il tempo di organizzarsi in vista del 2022. Non è un mistero che i renziani puntino, alla Regione come al Comune, a costruire un Grande centro che tagli fuori da un lato la sinistra e dall’altro Lega e Fdi; Sc invece guarda all’alleanza col Pd e con il M5s, sperando di mantenere un piede nel governo della quinta città italiana.  

A osservare con distacco i movimenti dei partiti è proprio Orlando, forte della fiducia incassata qualche giorno fa: la mozione non è ripresentabile e il Professore ha dimostrato, in questi anni, di poter trovare di volta in volta maggioranze variabili in Aula. La vera sfida, per il sindaco, sarà ricostruire la sintonia con la città: se ci riuscirà, porterà a compimento il mandato e tenterà di fare da “padre nobile” al futuro centrosinistra in cui, come ha detto ieri, vedrebbe bene anche l’innesto del M5s e di qualche moderato, sul modello della coalizione che governa a Roma e ha vinto le ultime Regionali. In caso contrario la tentazione di staccare la spina anzitempo potrebbe essere forte, anzi fortissima.

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