CATANIA – “Qui a Catania ci confronteremo sui problemi dei trasporti, dell’agricoltura piuttosto che su infrastrutture, economia e lavoro”. Processo sì, ma c’è anche dell’altro. Il senatore Stefano Candiani, Commissario della Lega in Sicilia, detta subito la linea aprendo i lavori della tre giorni catanese convocata per sostenere Matteo Salvini chiamato a rispondere del reato di sequestro di persone circa la gestione dello sbarco dei migranti salvati dalla nave Gregoretti. La Vecchia Dogana si presenta doppiamente blindata agli occhi di “padani” e catanesi. In ballo non ci sono soltanto questioni di ordine pubblico, ma la necessità di gestire un evento che di fatto sostituisce l’annuale raduno di Pontida con i rigidi protocolli anti Covid.
L’Organizzazione
“Ci fa piacere organizzare il primo meeting davvero nazionale della Lega a qui a Catania, città dove è nato il primo nucleo politico e militante del Carroccio in Sicilia”, riferisce a LiveSicilia Fabio Cantarella, vicesegretario regionale del partito. Capienza prevista 400 persone (200 nella sala principale e altri 200 davanti al maxi schermo).
Infrastrutture
Tutto pronto. Il primo tavolo di lavoro è dedicato alle Infrastrutture. Il ligure Edoardo Rixi apre subito all’ipotesi Ponte sullo Stretto. “Una decisione va presa, perché va portata l’alta velocità a Catania e a Palermo, e far fare un salto di qualità a tutto il Mezzogiorno d’Italia. La Sicilia – spiega – ha diritto di procedere verso lo sviluppo e di stare al centro dei mercati del Mediterraneo”. Parole che piacciono all’assessore regionale Marco Falcone: “Ho avuto il piacere di essere invitato tra gli ospiti, questo ci conforta perché significa che, quando fra due anni saremo al governo del paese, potremmo realizzare finalmente quello che altri invece vanno dicendo in giro con mille contraddizioni e nessuno tipo di risultato. Come Forza Italia – aggiunge – siamo contenti dell’iniziativa promossa dal primo partito della coalizione, perché ci permette di proporre una strategia di lungo respiro”.
Giustizia
Ma sono i temi della giustizia a dirottare l’attenzione. “Confidiamo in un giudizio sereno della magistratura e siamo convinti che ciò avverrà. Tuttavia – ha dichiarato ancora Marco Falcone – nella differenziazione dei poteri fondamentali dello stato, è una novità che quella che un potere giudichi un altro potere nell’esercizio delle sue funzioni. Non entriamo quindi nel merito del processo, ma dell’equilibrio tra poteri”. Riprende Rixi: “Spero cada qualsiasi accusa. Questo è un processo strano, mai accaduto in questo paese, dove un ministro è chiamato in tribunale perché ha fatto quel che doveva fare. In una situazione – aggiunge l’esponente della Lega – dove, peraltro, c’era tutta la partecipazione anche di altri membri del governo, a partire dal ministro Toninelli”.
L’assessore Samonà
Fa gli onori di casa Alberto Samonà, assessore leghista ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, che spiega: “Sono rispettoso del lavoro dei giudici e mi aspetto che riconoscano la verità di quanto è successo. Matteo Salvini, da ministro, ha agito per il bene dell’Italia. Abbiamo deciso di fare una manifestazione lontani dal Palazzo di Giustizia perché non abbiamo alcuna intenzione di assediare il Tribunale o i giudici. Abbiamo deciso invece – spiega Samonà – di parlare di politica”. E lo slogan #processateancheme? “E’ l’hashtag degli italiani che si riconoscono nell’azione di un ministro dell’Interno che ha difeso i confini e che viene ingiustamente processato”.