La Chiesa di Francesco e "gli altri" - Live Sicilia

La Chiesa di Francesco e “gli altri”

Quel pezzo di clero che guarda con simpatia al sovranismo.
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

A sentire il vescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti, e il direttore di Radio Maria don Livio Fanzaga siamo sotto attacco di Satana proteso a instaurare, attraverso uomini cattivi a lui votati, un ordine mondiale senza Dio. Il demonio secondo loro, in buona compagnia di alti prelati, parroci, guru putiniani, negazionisti e complottisti, sta operando attraverso la pandemia globale da coronavirus al fine di imporre una dittatura sanitaria che eliminerà, privandolo dei beni, chi si opporrà a tale regime planetario con deportazioni in campi di detenzione appositamente costruiti. Qualcuno, magari impossibilitato a leggere quotidianamente i giornali, penserà che prima di mettermi a scrivere io abbia bevuto una bottiglia di grappa stravecchia; spiacente, sono sobrio e per giunta mi sto limitando a una sintesi delle cose affermate da Viganò e Fanzaga. Personaggi che non esitano a lodare Donald Trump e Matteo Salvini, insieme all’universo estremista e suprematista bianco di destra, quali difensori della fede e argini viventi alla dissoluzione dei valori cristiani. Un universo maschilista, quello corteggiato dai due ecclesiastici, in cui la donna “cucina, lava, stira i panni e fa la spesa” e non c’è spazio per omosessuali, comunisti, migranti e islamici. In più, maggiormente grave, Lucifero si è insinuato nella Chiesa di Francesco eletto da oscuri manovratori massoni che adesso ne guidano parole e azioni. In buona sostanza aggrediscono il Papa che ha scritto un’enciclica sull’ambiente e i danni provocati al clima da potenti, speculatori e profittatori, il Papa dei gesti di amore verso gli omosessuali, i divorziati, le unioni civili, dell’apertura di conventi e oratori a poveri e migranti, della scomunica ai mafiosi impenitenti, del rigore sugli scandali finanziari tra le Sacre Mura e la pedofilia in tonaca. Il passo a considerare anche il Pontefice uno strumento di Satana è assai breve.

Mai, a mia memoria, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, c’è stato un tale accanimento nei confronti del Papa da parte di chierici, di ogni grado nella gerarchia ecclesiastica, mediante un vero e proprio fronte conservatore dentro il Vaticano, e oltre, allegramente a braccetto con sovranisti e cosiddetti ultra-cristiani adusi, tipo neo crociati, ad agitare crocifissi e rosari armi della collera divina. Eppure, se dobbiamo continuare a scomodare Satana per chi ci crede, potremmo girare la frittata e sostenere che potrebbero essere invece alcuni vestiti di nero, violaceo o porpora gli strumenti del demonio per dividere la Chiesa attaccando il Vicario di Cristo in terra. Lo fa per mestiere, ci rivelano i grandi esorcisti e i santi. Con la menzogna, la calunnia, la gelosia, la sete di potere il diavolo tenta di distruggere il popolo di Dio e la sua Chiesa. “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam” (Matteo, 16,18), Tu sei Pietro, disse Gesù al capo degli apostoli, e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa. Non ha aggiunto, riferendosi ai successori del pescatore ebreo di Cafarnao, “tranne Bergoglio” . Ora, al di là delle colorite e pericolose esternazioni dei Viganò e dei Fanzaga sparsi qua e là, emerge una domanda: come vengono selezionati i candidati al sacerdozio? Come vengono scelti i vescovi? Forse qualcosa non funziona. C’è soprattutto un fondamentalismo cristiano, cattolico in particolare, legato a forze sovraniste, razziste e infarcito di discriminazioni, forte e preoccupante, guidato o assecondato da prelati. Naturalmente, lo sanno i credenti, la Chiesa è fatta di uomini e pertanto non si possono evitare in assoluto degenerazioni e tradimenti del messaggio evangelico. Però i casi cominciano a essere troppi e quindi si impone il tema della qualità dei “protocolli” di accettazione e formazione dei futuri sacerdoti. Allo stesso modo, dinanzi a certe prese di posizione di vescovi e cardinali si pone il tema della loro fedeltà e affidabilità, quando ovviamente non sono il risultato di una volontà diretta del Pontefice.

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