Prigionieri in Libia da 107 giorni. Che oggi diventeranno 108. Sequestrati in acque internazionali il primo settembre, i diciotto marittimi dei due pescherecci italiani Antartide e Medinea si trovano ancora in una struttura militare a Bengasi. L’ultima, veloce, telefonata risale all’11 novembre scorso. “Vogliamo a casa i nostri figli per Natale” dice Rosetta Ingargiola, madre di Pietro, comandante di uno dei motopesca.
Ma le speranze che i marittimi vengano liberati prima di natale sono poche. La Farnesina è in costante contatto con le famiglie ma secondo fonti libiche la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo dipenderebbe dal rilascio di quattro giovani calciatori condannati per traffico di esseri umani dal tribunale di Catania.