La riunione a Caccamo, la lite, l'orrore: Roberta uccisa e bruciata

La riunione a Caccamo, la lite, l’orrore: Roberta uccisa e bruciata

Roberta Siragusa (Foto Fb)
Il fidanzato ha fatto ritrovare il corpo
GIALLO NEL PALERMITANO
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PALERMO – Pietro Morreale, 19 anni, è il principale indiziato del delitto della fidanzata Roberta Siragusa, che ha due anni in meno di lui. Il suo interrogatorio deve ancora iniziare nella caserma dei carabinieri di Termini Imerese. Stamani, accompagnando i militari nel luogo dove c’era il corpo della ragazza, ha fatto delle dichiarazioni confuse. Ciò che vale è la ricostruzione che darà al pubblico ministero.

“Il mio assistito non ha confessato, né ai carabinieri né al pm. Non c’è al momento alcun provvedimento nei suoi confronti”, dice uno dei sui legali, l’avvocato Giuseppe Di Cesare che assiste Morreale assieme ad Angela Maria Barillaro. I due avvocati attendono l’inizio dell’interrogatorio. Prima sono stati sentiti gli amici della giovane coppia.

Cosa sia accaduto nella notte a Caccamo è ancora tutto da ricostruire, ma ci sono dei punti fermi. La mamma di Roberta stamani verso le 6:30 si è accorta che la figlia non era rincasata. Ha provato a contattarla al telefono. Nessuna risposta. Ieri sera è uscita con il fidanzato intorno alle 20.

Dovevano vedersi con un gruppo di amici in una villetta, nonostante la zona rossa. Il telefono del ragazzo squillava a vuoto. Alle 9:30 Pietro ha varcato la soglia della stazione dei carabinieri di Caccamo assieme a un avvocato e ai genitori. È stato lui a condurre i militari fino al burrone dove c’era il corpo di Roberta, nella zona di Monte San Calogero, in contrada Monte Rotondo, dove i carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Palermo con i colleghi della Compagnia di Termini Imerese hanno recuperato il corpo che era stato in parte bruciato. Adesso si trova nel reparto di Medicina legale del Policlinico di Palermo dove sarà eseguita l’autopsia.

Da una prima ricostruzione è emerso che i due fidanzati ieri sera avrebbero litigato dopo una scenata di gelosia del ragazzo. Sono stati visti andare via insieme verso mezzanotte.

L’interrogatorio si svolgerà davanti al pubblico ministero Giacomo Barbara della Procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio. Due giorni fa Roberta aveva postato una foto sul suo profilo social e Pietro aveva commentato “Amore mio, bedda”. Sul profilo del ragazzo adesso piovono insulti. Alcuni testimoni raccontano scenate di gelosia già avvenute in passato e di litigi pesanti.

I familiari della vittima affidano alcune parole all’avvocato Giuseppe Canzone: “La famiglia è scioccata ed incredula. I genitori ed il fratello di Roberta, chiedono giustizia e si affidano agli inquirenti, perché ci sia verità, per un gesto così crudele e atroce. È tanta la disperazione, ringraziamo l’Arma dei carabinieri, che ha pure disposto un servizio di assistenza psicologica”.


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