L'omicidio della ristoratrice e il giallo dei segni sul collo - Live Sicilia

L’omicidio della ristoratrice e il giallo dei segni sul collo

L'interrogativo che potrebbe presto chiarire il giudice: l'omicida è stata aggredita o si è provocata delle lesioni?

CATANIA – Due versioni contrapposte, una donna poco più che quarantenne, Milena Garcia, deceduta dopo 12 ore di agonia. E dei segni sul collo della presunta assassina, accertati durante un collegamento in video conferenza con il giudice e i difensori delle parti offese.

Con un mistero: sul verbale d’arresto non c’è traccia di questi segni. Cosa proverebbero? Secondo l’omicida, sarebbero la prova del fatto che ha reagito per legittima difesa. Ma la strada è in salita.

La richiesta

Sul tavolo del giudice per le indagini preliminari c’è la richiesta di incidente probatorio firmata dall’avvocato dell’omicida, Ivan Maravigna.

Durante l’udienza di convalida la catanese originaria della Romania dichiara di essere stata aggredita da tre persone, tra le quali c’era la donna che ha perso la vita. La signora sostiene che aver ricevuto “violenti calci, pugni, spintoni e prese strozzanti sul collo”. Era una sera come tante altre, con i nipoti del vicino di casa che giocavano intorno alle 23.00. Poi c’è stato un alterco, finito nel sangue.

L’aggressione sarebbe testimoniata dai segni sul collo della donna, che li ha mostrati per la prima volta in collegamento con il giudice.

L’incongruenza

Nel verbale d’arresto non c’è traccia di lesioni sul corpo della signora arrestata, in quel momento, per tentato omicidio (poi divenuto omicidio, col decesso della 46enne). Addirittura, nel verbale d’arresto, “vi è attestazione – scrive Maravigna – dell’inesistenza” di segni sul corpo dell’assassina.

Gli investigatori, intervenuti sulla scena del crimine, non avrebbero tenuto conto della possibilità di una aggressione, proprio per la mancanza di questi segni.

Verifiche sul referto

Dopo l’arresto, la signora è stata trasportata nel carcere Pagliarelli di Palermo e lì – sostiene – sarebbero state refertate le lesioni.

Su queste basi l’avvocato ha chiesto l’incidente probatorio. Lo scopo è capire se le lesioni siano state provocate durante un’aggressione, oppure, se siano “autocagionate”.

A questo si aggiunge che la signora, arrestata per l’omicidio, è uscita sul pianerottolo con il coltello in mano, un gesto che lascerebbe trasparire, almeno secondo le prime ipotesi della difesa della vittima, la possibilità di una premeditazione.

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