CATANIA – “Sono totalmente crollata, tutte le noti non ho dormito per la paura e lo stato di tensione accumulata”. E poi le voci, Ghiulea Georgeta Colesnicenco, la bellissima catanese originaria della Romania di 46 anni, sentiva delle voci. È stata arrestata dopo aver colpito a morte la sorella di un vicino di casa. Credeva di essere spiata con microcamere e microfoni.
In un memoriale, ha rimesso in fila i suoi incubi. “Una signora perbene, laureata, molto gentile”, dice il suo legale Ivan Maravigna, che oggi si troverà di fronte ai giudici per tentare la strada dell’incapacità.
Il memoriale
Una vita piena di tormenti e paure. Ghiulea lavora come hostess a Catania, la città che ha scelto da quasi un decennio. È riuscita a comprare una casa, un appartamento in via Stazzone, all’interno di un condominio.
Su un memoriale annota quello che accade, o, perlomeno, quello che lei è convinta che accada attorno a lei.
La microspia
“Ormai da tanto tempo – scrive la signora arrestata per omicidio – ogni qualvolta che esco nel balcone, in quell’esatto momento esce anche la vicina di casa e guarda in alto, mi guarda fisso con lo sguardo sfidante per tanto tempo, è diventata ormai così precisa nell’uscire nello stesso momento che esco fuori, che inizio ad avere il dubbio che abbia una microspia audio o audiovideo”.
La donna sente “uno stato di soffocamento e mancanza di libertà”.
La hostess diventa assassina
È un tunnel quello in cui Ghiulea vive intrappolata. A circondarla ci sono i fantasmi dei vicini di casa, le numerose denunce fatte e ricevute, le notti insonni.
“Dopo tanti stati di ansia – scrive – di attacchi di panico, tachicardia, piangere all’improvviso, tutte le notti anche ora ultimamente in cui non ho dormito per la paura e lo stato di tensione accumulato per colpa delle molestie…sono totalmente crollata”.
Il medico curante le prescrive un antidepressivo.
Ma restano le paure e, probabilmente, anche qualche torto subìto. Un giorno è convinta che i vestiti che ha steso sul balcone puzzino di candeggina, che l’abbia spruzzata qualche vicino.
Una in particolare, “con la quale potevamo anche essere amiche”.
Inferno sul pianerottolo
Poi quelle risate dei bambini che giocano, sono le 23.00. Una sera come tante altre. I testimoni raccontano di aver sentito dei forti colpi contro il muro. Difficile dire se Ghiulea stesse sbattendo i pugni, o la testa contro la parete.
Tutto è buio in quella casa. L’hostess vede un coltello sulla tavola. Affilato, con la lama lunga. Forse l’ha guardato anche in precedenza, durante le notti insonni.
La vicina di casa esce sul pianerottolo, si sentono grida e un pianto. L’ha colpita allo stomaco, lacerando anche il fegato. Un colpo solo. Poi rientra in casa, l’hostess chiama la polizia. I piatti sono ancora sporchi, attorno al lavabo. Pulisce bene il coltello. Sta per diventare un’assassina. La vicina di casa lotterà 12 ore con una grave emorragia interna. Non bastano le trasfusioni. È stato un omicidio.
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