TRAPANI – Il progetto è corposo e complesso e, per l’Italia e la Sicilia in particolare, rappresenterebbe un investimento importante dal punto di vista economico. Si tratta di un mega parco eolico off-shore che potrebbe sorgere al largo delle isole Egadi, in pieno Canale di Sicilia. Il più grande del mondo, così viene definito il progetto della Renexia S.p.A., società con sede a Chieti, la quale ha presentato apposita richiesta di concessione demaniale marittima per la realizzazione dell’opera.
La richiesta, per una durata trentennale, è stata pubblicata dalla capitaneria di poto lo scorso 26 gennaio per consentire, entro 30 giorni, la presentazione di eventuali osservazioni all’iter avviato dalla società per azioni. Dal primo febbraio, inoltre, sul sito ufficiale del Comune di Trapani campeggia l’avviso di pubblicazione per l’istanza atta al rilascio della concessione demaniale marittima per l’istallazione ed esercizio (trent’anni almeno), di questo parco eolico off-shore e delle relative opere elettriche di connessione. L’avviso, corredato della relativa documentazione tecnica a corredo, è a disposizione degli interessati presso la Sezione Demanio e Contenzioso della Capitaneria di Porto di Trapani per eventuali osservazioni.
Che sono arrivate ed anche velocemente. Primo fra tutti è stato l’eurodeputato siciliano Ignazio Corrao, il quale sostiene: “Il progetto di eolico off-shore a tra Sicilia e Tunisia è quanto di più pericoloso possa esserci per la nostra pesca in quell’area del Mediterraneo. Un progetto che – nonostante l’obiettivo green di produzione di energia rinnovabile – non ho paura di definire folle. Non solo potrebbe avere un impatto ambientale enorme, ma soprattutto potrebbe decretare la fine della pesca in quel tratto di oltre 18 milioni di metri quadrati di mare. E regalare ai produttori di energia eolica 18 milioni di metri quadrati di mare ci sembra veramente ultra-esagerato. Eppure, è questa la richiesta di concessione demaniale operata dalla società Renexia per la realizzazione del mega parco eolico offshore fra la costa occidentale della Sicilia e la Tunisia a largo delle Egadi”.
Una posizione nettamente contraria alla realizzazione del parco eolico off-shore, alla quale proprio oggi s’è aggiunta quella dell’associazione di Giovanni Basciano, vicepresidente AGCI-AGRITAL e responsabile AGCI Pesca Sicilia. Basciano difende i pescatori siciliani: “Questo parco rappresenta un duro colpo per l’attività di pesca, sarebbe l’ennesimo danno a carico del settore produttivo cui viene già costantemente ridotto il mare disponibile per le proprie attività. Non si può continuare a dire che la pesca è una attività importante da difendere e nel contempo permettere che vengano sottratte le aree dove questa attività viene compiuta, dichiara Giovanni Basciano.
“Infatti, laddove non fosse noto, questa enorme area si trova in prossimità di aree pescosissime, i banchi Talbot e Skerki. Inoltre è facile prevedere che gli intensi traffici navali esistenti nello stretto tra Capo Bon e la Sicilia, verrebbero costretti a concentrarsi ai lati di quest’enorme concessione, rendendo ancora più difficili e pericolose le attività di pesca nell’area di mare compresa tra questa e la terraferma. Infine – conclude Basciano – dall’area in concessione partirebbe un cavidotto che arriverebbe fuori Termini Imerese, sottraendo in questo modo ulteriori aree di pesca ai pescatori siciliani”.
Di parere diametralmente opposto, ‘ça va sans dire’, il direttore Generale di Renexia, Riccardo Toto, per il quale si tratta di “un investimento imponente per l’Italia e per la Sicilia e che avrà un significativo impatto sull’economia dell’isola anche sul fronte dell’occupazione”. L’investimento complessivo dell’impianto sarebbe di 9 miliardi di euro.
La Renexia S-p-A- è una società operante nel comparto delle energie rinnovabili. Ha progettato un parco eolico in mare aperto, a 60 chilometri dalle coste siciliane e di fronte alle coste tunisine. Sarà realizzato con il sistema floating: cioè con pale ancorate ma non infisse nel fondale, una tecnologia studiata e perfezionata per salvaguardare al massimo l’ambiente. Si attende la valutazione di impatto ambientale, prevista entro i primi sei mesi del 2023. Ma intanto la procedura, come da avviso pubblicato nella home page del Comune di Trapani, è stata avviata.
Cosa prevede il progetto?
Si tratta di un parco con ben 190 turbine che verranno collegate attraverso cavi sottomarini lunghi circa 200 chilometri fino al punto di connessione antistante la costa di Termini Imerese e da lì alla rete elettrica nazionale nel punto di ingresso in Campania. Una mega opera, insomma, che coinvolge parte della Sicilia Occidentale e l’arcipelago delle Egadi. Le turbine verrebbero installare a ovest delle tre isole: da progetto, il parco eolico off-shore disterebbe 27 chilometri da Marettimo, 49 chilometri da Favignana e 63 da Marsala.
L’area è stata selezionata sulla base di studi preliminari, in considerazione della risorsa eolica disponibile, della presenza di vincoli normativi, urbanistici e ambientali nonché della distanza dalla costa, natura e profondità dei fondali e della possibilità di connessione alla rete elettrica nazionale. Il progetto ha l’obiettivo, in coerenza con gli indirizzi comunitari, di incrementare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e di fronteggiare la crescente richiesta di energia da parte delle utenze sia pubbliche che private.