Barbagallo: "Libereremo la Sicilia dal governo Musumeci" - Live Sicilia

Barbagallo: “Libereremo la Sicilia dal governo Musumeci”

Il segretario dem traccia il perimetro della coalizione: dalla sinistra, passando da Pd e M5s, fino ai moderati
L'INTERVISTA
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Un campo largo che ha come nemici giurati i sovranisti. Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, definisce il perimetro della coalizione pronta a sferrare l’attacco e a conquistare “il sol dell’avvenir”. Complice l’imminente ricorrenza (il 25 aprile) e le spaccature del campo avversario il segretario dei dem sferra diversi colpi di sciabola all’indirizzo dell’ex missino Musumeci. E assicura ai suoi: “Libereremo la Sicilia dal governo Musumeci”.  

Barbagallo, si appresta a vivere il suo primo 25 aprile da segretario del Pd. Che valore ha oggi questo esercizio di memoria?

“Il 25 aprile che rappresenta anche idealmente non soltanto la fine del fascismo, ma il punto di partenza della costruzione della Repubblica, l’avvio della costruzione morale e materiale del paese, l’affermazione dei valori di libertà e uguaglianza scritti nella nostra Costituzione. Il 25 aprile è la festa delle forze popolari e democratiche che si unirono per riscattare l’Italia e la memoria riconoscente della scelta compiuta da migliaia di uomini e donne. Il ricordo dei caduti, dei torturati e dei prigionieri nei campi di concentramento inghiottiti dalla mostruosa macchina della morte nazista. Il ricordo di questi sacrifici deve guidare oggi la vita pubblica, sostenere le scelte della politica e dell’agire di ognuno di noi”. 

Anche quest’anno si celebra il 25 aprile in un contesto particolare.

“La crisi sanitaria ed economica che da più di un anno assilla la Sicilia e l’Italia sta provocando sempre più diseguaglianze ai danni delle categorie più deboli della società, come anziani e disabili, e sta cancellando posti di lavoro. Credo che questa condizione drammatica possiamo superarla con uno nuovo grande slancio collettivo che possa tradurre il resistere di oggi nella fiducia e nel coraggio per ripartire su basi rinnovate più eque e solidali”. 

Come giudica il mancato coinvolgimento dell’opposizione nella gestione dell’emergenza covid?

“Fa parte di un modo di agire, di operare. Non ci aspettiamo nulla di diverso da Musumeci. La destra non conosce il rapporto con la democrazia, con la partecipazione e il rispetto dell’avversario politico. C’è soltanto uno sprezzante e continuo esercizio del potere e della voglia di dimostrare ogni giorno chi comanda”. 

Il fronte antifascista era ampio come ampia potrebbe essere oggi un’alleanza contro le forze sovraniste?

“Potrebbe essere anche questo un modello. Io l’ho detto più volte nelle ultime settimane: il partito socialista europeo e il partito popolare europeo governano tante democrazie occidentali insieme. Questo è un modello che potremmo percorrere anche in Sicilia. Lo stesso vale per il fronte antifascista. Certamente non possiamo pensare di sederci allo stesso tavolo con chi non ha l’antifascismo e la libertà come spirito fondante del proprio  agire civile e sociale. Tanto per essere chiari: i sovranisti sono i nostri avversari politici”.  

Lei considera Musumeci, che è fuori da schemi nazionali, per via della sua storia politica organico al fronte sovranista?

“Questo lo deve chiedere a Musumeci. Noi certamente siamo dal lato opposto rispetto alla visione della vita, della cultura e della società che ha Musumeci. Non soltanto come incapacità amministrativa ma anche per il linguaggio da ventennio che accompagna tutte le sue uscite. Non abbiamo bisogno di riqualificare i borghi fascisti, semmai dobbiamo coltivare i valori della Resistenza”. 

Diversa, rispetto a quella di Musumeci, è la storia politica di uno come Gianfranco Miccichè che in fondo vi ha dato una bella mano all’Ars quando ha detto il banco è saltato. Se la sente di fare un appello ai liberali di Forza Italia?  

“Io non credo che Miccichè ci abbia aiutato quando ha detto che il banco è saltato, ma ha avuto il coraggio di dire la verità in quel momento di crisi del centrodestra regionale. Poi è sotto gli occhi di tutto quello che sta accadendo all’Ars. Forza Italia è spaccata. Da una parte ci sono gli assessori che gridano sempre più forte “viva il capo”. Chi grida più forte ottiene di più: basta guardare lo scacchiere del sottogoverno e delle prebende della politica per capire qual è il criterio di scelta. Dall’altro lato c’è un dissapore che aumenta di giorno in giorno in tanti deputatati della maggioranza, campioni delle preferenze che non riescono a tradurre in atti concreti il loro agire politico e per questo hanno un elettorato in sofferenza. Ci sono spaccature  profonde. Riconosco pure che questo centrodestra, in Sicilia e altrove, è campione nel ricostruire i cocci”.

Riusciranno anche in questo caso?

“Ricostruiranno soltanto un fine legislatura che servirà soltanto ad assecondare i soliti interessi clientelari. Il progetto è assolutamente finito: non c’è più una visione”.

Voi nel frattempo a che cosa state lavorando?

“Stiamo lavorando al progetto che ci siamo prefissi: raccontare una Sicilia diversa, voltare pagina rispetto a questa gestione disastrosa del centrodestra. Un progetto che sia un investimento su una nuova classe dirigente, puntando su storie diverse,  professionalità nuove, sull’esperienza delle donne e della società civile  per costruire un perimetro che parta dalla sinistra avendo come baricentro il Pd e i Cinque Stelle fino ad arrivare ai moderati”. 

Porte aperte ai centristi. Il cantiere al quale stanno lavorando diverse formazioni politiche sarebbe un buon compagno di strada?

“L’espressione centrista non mi piace, ricorda un ruolo nel calcio, parlerei più di forze popolari e democratiche che hanno fatto parte di quel campo di energia, sacrifici e libertà che si è battuto nel giorno della Resistenza”.

Che cosa avete in cantiere per celebrare la Liberazione? 

“Il Pd farà due iniziative per valorizzare il percorso della memoria. Una rivolta ai ragazzi delle scuole che parteciperanno con un tema sulla Resistenza. Un modo per tenere vivo il ricordo nelle nuove generazioni. Il 25  aprile renderò omaggio a Pompeo Colajanni ad Enna il 25 aprile ma passerò anche a Catania dove è seppellita la partigiana Graziella Giuffrida e a Pedara, il mio paese, dove riposa uno dei martiri di Cefalonia”.  

E ai suoi cosa si sente dire in vista di questo 25 aprile?

“Libereremo la Sicilia da questo governo”. 


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