"Ho sparato": barricato in casa, ma una poliziotta evita il peggio

“Ho sparato io”: si barrica in casa, poliziotta evita il peggio

Il tentato omicidio al Cep. Una donna della sala operativa ha convinto l'uomo armato a consegnarsi

PALERMO – “Sono stato io, ho sparato a mio padre”, diceva Emanuele Presti al telefono. Si era barricato in casa, dopo avere fatto fuoco con una. Era ancora armato all’interno dell’immobile nel rione Cep, assieme a moglie e figli, quando ha chiamato il 112,

A convincerlo ad uscire, mani sulla nuca e disarmato, è stata una poliziotta della sala operativa. Al numero di emergenza lavorano agenti svelti a capire il pericolo. È un filtro decisivo, il loro. La donna ha percepito subito lo stato confusionale di Presti, è riuscito a calmarlo usando l’abilità e il protocollo linguistico, oltre che l’umanità, che vanno usati in questi casi.

Grazie alla voce guida della poliziotta, Emanuele Presti ha raggiunto l’uscio di casa con le mani alzate, ha aperto agli agenti e si è consegnato. Gli uomini delle volanti hanno trovato una pistola a tamburo e una seconda rivoltella che il giovane deteneva illegalmente nell’immobile di via Barisario da Trani, al centro della contesa con il genitore.

Il padre aveva concesso al figlio di vivere nell’appartamento in attesa che venisse venduto. Ma Emanuele Presti non voleva andare via e venerdì pomeriggio, dopo l’ennesima discussione, quando lo ha visto dal balcone gli ha sparato, ferendolo in modo grave all’addome.

Subito nel quartiere hanno chiamato la polizia. Poi, la confessione al telefono e al vice dell’agente che ha evitato il peggio.


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