CATANIA – La tanto attesa decisione sul troncone principale del processo frutto dell’inchiesta Università Bandita, che vede tra gli imputati i due ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, è slittata di due mesi. Il gup Marina Rizza, dopo aver ascoltato le repliche delle parti, ha annunciato la scelta di rinviare l’udienza preliminare dopo la pausa estiva. In quella data, salvo altre sorprese, dovrà decidere sul rinvio a giudizio ed emettere la sentenza nei confronti di Giancarlo Magnano di San Lio, ex prorettore di Unict.
A prendere la parola, oggi, è stato il pm Marco Bisogni (che rappresenta l’accusa assieme a Raffaella Vinciguerra e Santo Di Stefano) che ha focalizzato le repliche sulla “contestazione” dell’abuso d’ufficio agli imputati, reato oggetto di una recente riforma. Un punto nodale di quasi tutte le arringhe dei difensori che hanno chiesto per questa contestazione in non luogo a procedere perché mancherebbero nel capo d’imputazione le “basi” richieste dalla nuova normativa.
Un processo dunque che potrebbero diventare anche “case study” sulla norma relativa all’abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta della Digos un sistema di concorsi pilotati che sarebbe stato creato per “piazzare” i propri candidati già preselezionati. Parallelamente si sta svolgendo l’udienza preliminare per gli altri 45 imputati a cui però non è stato contestato il reato associativo.