CATANIA – Non si è ancora chiusa l’inchiesta sull’omicidio di Vanessa Zappalà: il pm Giovanni Gullo ha autorizzato lo svolgimento degli accertamenti irripetibili sui cellulari della vittima e dell’assassino Antonino Sciuto, morto suicida, sequestrati dai carabinieri. Saranno svolti nei prossimi giorni dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche (Sis) del comando provinciale dei Carabinieri di Catania. Sarà effettuata la copia forense dei due telefonini in modo da potere estrapolare tutti i dati (chiamate, chat, foto, audio, registrazioni) e poter ricostruire le fasi che hanno preceduto il tragico epilogo ad Aci Trezza. Alle operazioni parteciperà anche il legale della famiglia Zappalà, l’avvocato Eugenio De Luca.
L’obiettivo è quello di verificare se Sciuto, ex fidanzato di Vanessa denunciato per stalking, avesse installato un trojan nello smartphone della 26enne uccisa. Un virus che avrebbe permesso al 38enne (padre di due figli) di poter seguire a distanza i movimenti di Vanessa. Ma inoltre con l’analisi delle chat si potranno rimettere in fila conversazioni e dialogi e appurare se ci fossero state minacce recenti. Un’indagine quella della procura di Catania che non ha come scopo l’azione penale (visto che il reo è deceduto, ndr), ma lo studio processuale potrà essere utile anche per il futuro a prevenire altri femminicidi. La scia di sangue a Catania purtroppo è davvero lunga. Troppo lunga.