PALERMO – Settantacinque anni uno, settantatré l’altro. Anziani e focosi. Nel settembre 2017, in pieno giorno, Giuseppe Scaduto e Carmelo Fricano se le diedero di santa ragione in via Diego D’Amico, a Bagheria.
Scaduto è lo storico capomafia del mandamento in provincia di Palermo. In quel momento era libero, mentre oggi è detenuto. Fricano è stato arrestato ieri nel blitz dei carabinieri del comando provinciale, coordinati dalla Procura della Repubblica. Viene considerato un imprenditore edile legato agli ambienti di Cosa Nostra.
Il primo è conosciuto con il diminutivo di Pino, il secondo con il soprannome “mezzo chilo”. La lite nasceva dalla richiesta di Scaduto di fare ritirare a Fricano un decreto ingiuntivo nei confronti di una terza persona che aveva chiesto l’intervento del capomafia. Di mezzo c’era anche la pretesa di Scaduto di ricevere del denaro da girare a Salvatore Greco, nipote dell’ergastolano Nardo Greco. Denaro che evidentemente veniva gestito da Fricano.
Si diedero appuntamento davanti a un bar. Fricano arrivò al volante di una Fiat Panda, Scaduto era già sul posto. Poco dopo era Fricano a spiegare al telefono cosa si erano detti: “…. allora fai azioni di sbirri?”; “sbirro ci sei tu e cosa inutile e cornuto e gli ho tirato due pugni in faccia… perché voleva difendere u Lipari e dice… perché io gli ho fatto il decreto ingiuntivo io sono sbirro… a quello gli ho dato legnate io… a Pinuccio lo Scaduto… gli ho detto non ti permettere perché ti prendo la testa e te la schiaccio là”.
Scaduto all’indomani, ed è sempre Fricano a parlarne senza sapere di essere intercettato, ”stamattina ha mandato persone…”. L’imprenditore non aveva alcuna intenzione di fare un passo indietro: “Prima mi deve dare i soldi, ma ti pare che sono gaggio, gli ho parlato all’avvocato… si è messo nel mezzo e gli ho tirato un cazzotto che gli manca mezzo collo…”.