Si ferma il tram in via Libertà, schiaffo del Consiglio a Orlando - Live Sicilia

Si ferma il tram in via Libertà, schiaffo del Consiglio a Orlando

Sala delle Lapidi dice sì al piano triennale ma mette da parte la linea A

PALERMO – Il piano triennale passa, ma l’Aula sposta al prossimo anno il tram provando a stroncare la linea prevista in via Libertà. Dopo settimane di scontri e polemiche, il consiglio comunale di Palermo dà il via libera al piano 2020/2022, cioè ampiamente scaduto, ma necessario per passare a quello di quest’anno; un esito in realtà annunciato, visto che il sindaco Leoluca Orlando non ha più la maggioranza a Sala delle Lapidi.

Il punto politico, però, è che il M5s, intento a costruire l’alleanza col centrosinistra per le elezioni del prossimo anno, si è astenuto in occasione dell’emendamento contro il tram in via Libertà su cui ha sempre mostrato profonde perplessità. Una mossa che potrebbe avere pesanti ripercussioni sul progetto politico del Professore e del Partito Democratico, soprattutto per la possibile reazioni della sinistra che ha sempre fatto del tram la sua cifra identitaria, ma che rispecchia l’imbarazzo dei grillini nell’allearsi con un sindaco di cui è stato all’opposizione.

A dir la verità il piano votato è già scaduto, visto che l’elenco annuale si riferisce al 2020, e molte delle opere sono in ritardo per problemi del passato; l’emendamento peraltro ha semplicemente stralciato dall’elenco annuale la linea A, non l’ha eliminata, il che vuol dire che potrebbe essere nuovamente inserita nell’elenco annuale del 2021. Sebbene l’allarme degli uffici sia chiaro: lo stralcio costringerà a rifare il progetto da capo, provocando dei ritardi che faranno perdere i finanziamenti. Tesi rigettata dalla pattuglia di consiglieri guidata da Ugo Forello, secondo cui invece lo stralcio della linea non comporterà la perdita di alcun finanziamento visto che la tratta verrebbe solamente accantonata.

E’ evidente però il peso politico della scelta che ha visto compattarsi una maggioranza anomala che va da Oso a Ferrandelli, passando per il centrodestra (assente Forza Italia), Sicilia Futura, Italia Viva con l’astensione del M5s. “La bocciatura del sistema del tram su via Libertà, voluta dal sindaco Orlando, è un segnale inequivocabile che il primo cittadino dovrebbe cogliere traendone le conseguenze: dimettersi subito”, commenta Forello di Oso.

“Siamo molto soddisfatti per la bocciatura della linea A – dicono Marianna Caronia e Igor Gelarda della Lega – Una battaglia che conduciamo dall’inizio della consiliatura, non perché contrari all’idea del tram in generale ma perché questo progetto avrebbe devastato la nostra città. Ora è finalmente chiaro che non si perderà nessun finanziamento, anzi si liberano risorse per il cui utilizzo metteremo nero su bianco idee e proposte utili alla città. Per far questo, coinvolgeremo esperti e cittadini, come non hanno voluto e saputo fare Leoluca Orlando e Giusto Catania, caparbiamente impegnati a imporre la propria idea”.

“Finalmente è stata stralciata la tratta – dice Fabrizio Ferrandelli – Uno squarcio nella città che avrebbe deturpato il centro e appesantito una superficie bellissima ma già martoriata. Bisognava e bisogna investire nel sottosuolo per la mobilità, non in superfice, alleggerire il traffico e non appesantire gli assi viari. La palla adesso torna al centro e la parola ai palermitani che con il voto di primavera potranno decidere quale modello di mobilità migliore sostenere”.

La nota di Orlando e dell’intera giunta

“All’agitarsi trionfalistico che ha accompagnato questa scelta da parte di quanti hanno con il loro comportamento, privato la città di un’opera indispensabile, ricordiamo il danno che hanno arrecato allo sviluppo di Palermo, alle attività economiche e alle opportunità di lavoro. Un atto di irresponsabilità politica che produce danni incalcolabili per la città e che l’Amministrazione comunale cercherà di limitare facendo valere la evidente illegittimità di questa scelta amministrativa in ogni sede competente. Siamo in presenza di una scelta palesemente illegittima anche per eccesso di potere e contraddittorietà. È paradossale che tale scelta si ponga in contrasto con gli interessi della città, con l’utilizzo di risorse pubbliche e con i progetti e le scelte deliberate e approvate da tutti i governi nazionali che si sono succeduti negli ultimi anni, che hanno sempre deliberato e finanziato proprio questa specifica opera. Nessuno si illuda: questa opera si realizzerà e la prossima amministrazione avrà il privilegio di inaugurarla”.

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