Palermo, chi sono i signori della droga a piede libero

Palermo, chi sono i signori della droga a piede libero

Spuntano due nomi nuovi. Si muovono agli ordini della mafia

PALERMO – La lista dei signori della droga a piede libero va aggiornata. Spuntano due nomi nuovi, su cui si continua a indagare. Al momento sono dei personaggi misteriosi. Di loro si parla nel blitz che ha svelato l’esistenza di una piazza di spaccio nel rione Passo di Rigano.

Sono stati scoperti coloro che rifornivano i pusher di cocaina, crack, marijuana e hashish. Manca un tassello, però. Chi sono i grossisti? Tra Passo di Rigano e lo Sperone, l’altra piazza smantellata di recente, muovevano due milione mezzo di droga all’anno. Cifra a cui vanno aggiunti gli affari delle altre zone.

In un’intercettazione dell’inchiesta dei carabinieri della Compagnia di San Lorenzo si parlava di una partita di droga del valore di trentamila euro e saltavano fuori altri due personaggi ancora ignoti. Di loro si conoscono solo i soprannomi: “… e se u ruassu (il grosso) fa questi discorsi, automaticamente li fa pure u nicu (il piccolo)”. “… ma u nicu neanche discute. U nicu non parla”.

Altra piazza, altri ignoti. Un paio di anni fa ci fu un momento in cui i rubinetti della droga erano stati chiusi. Da Calabria e Campania, regioni da cui proviene la roba venduta a Palermo, arrivavano meno stupefacenti. E così a Passo di Rigano dicevano: “Vai… vallo a buttare che io sto andando alla Noce. Nel rione palermitano qualcuno riusciva ad avere merce in abbondanza, tanto da potere dare una mano a chi ne era provvisoriamente sprovvisto. C’era “Enrico” che “me ne prestò mezza” e “Piero” da cui “mene sono fatte prestare due”.

La mafia, fiaccata dai continui arresti, nella sua battaglia di resistenza ha bisogno di soldi e i soldi oggi si fanno con la droga. Lo scorso luglio è stato arrestato Ignazio Traina, che prima di finire in carcere se ne andava a passeggio con Settimo Mineo, il capomafia di Pagliarelli che nel 2018 ha presieduto l’ultima assise della cupola di Cosa Nostra.

Qualcuno aveva sfidato Traina, che sarebbe sceso in campo per tutelare non solo i suo interessi e quelli del mandamento di Santa Martia di Gesù, ma anche di altre famiglie mafiose palermitane.

Nel 2019 si era accorto che Gioacchino Guida dello Zen, uno degli ultimi signori della droga arrestati, comprava la cocaina dai Visiello di Torre Annunziata, da un fornitore romano rimasto misterioso e da Marco Marcenò, altro soggetto di spessore a Palermo. Traina sarebbe intervenuto

Bisognava, però, fare i conti con Traina che avrebbe deciso il prezzo della cocaina. Perché Traina, uomo di Santa Maria di Gesù, si attivò per una vicenda dello Zen che sui trova dalla parte opposta della città, facendosi accompagnare da un uomo legato a Gregorio Di Giovanni, capomafia di Porta Nuova e oggi detenuto? “Le ragioni quindi, andavano sicuramente oltre le competenze del solo mandamento di Santa Maria di Gesù – dicono gli investigatori – riguardavano piuttosto gli interessi criminali dell’intera città di Palermo”.Decine, centinaia di arresti. C’è, però, qualcuno che regge i fili ancora a piede libero.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI