25 aprile, Catania in piazza |Anpi:"Stop ai neo-fascismi" - Live Sicilia

25 aprile, Catania in piazza |Anpi:”Stop ai neo-fascismi”

Ad aderire alla manifestazione anche la Cgil etnea. Nel corso del corteo la protesta della rete antirazzista contro la presenza della sede Frontex a Catania.

Le celebrazioni
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CATANIA – Lavoro, accoglienza e un secco no alla guerra e alle mafie. Sono questi i temi che hanno mosso le celebrazioni svoltesi quest’oggi a Catania su iniziativa del comitato etneo dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiana, in occasione del 72° anniversario della Liberazione. Un folto corteo è partito intorno alle 9,30 da Piazza Stesicoro per arrivare fino a piazza Macchiavelli. In testa il tradizionale striscione bianco e rosso con scritto “Ora e sempre resistenza”. A sfilare anche i rappresentanti delle istituzioni, fra cui Rosario D’Agata, assessore comunale alla Legalità e Luisella Albanella, deputata in Parlamento. Tante le bandiere sventolate, fra i manifestanti anche gli esponenti della federazione catanese del Partito Comunista Italiano. Tra gli altri partecipanti gli attivisti del comitato catanese No Muos e della rete antirazzista. 

Una manifestazione condotta a difesa del diritto del lavoro e finalizzata a promuovere i principi di solidarietà e accoglienza, come valori ispiratori di ogni società che si consideri civile e democratica. Al fine, soprattutto, di porre fine alle drammatiche stragi delle morti in mare. Ma anche per condannare la guerra e, non ultimo, ogni forma di mafia. Perché non possono esistere libertà e crescita senza una resistenza consapevole guidata in primis dai cittadini contro ogni forma d’illegalità e omertà. Problemi di cui Catania è tristemente segnata.

LA DENUNCIA DELLA RETE ANTIRAZZISTA – Nel corso del corteo i rappresentanti della rete antirazzista catanese hanno proseguito la marcia verso la sede etnea dell’agenzia europea per l’immigrazione, Frontex. Giunti di fronte ai locali dell’ex monastero di Santa Chiara i manifestanti, noti oppositori delle politiche umanitarie dell’UE, hanno protestato. “Coerentemente – spiega Alfonso Distefano, portavoce della rete a LiveSicilia –  con i valori della resistenza abbiamo voluto far sentire la nostra presenza qui. Quello che vorremmo è liberare la Sicilia dalla presenza micidiale di Frontex. Le politiche dei governi della ‘fortezza’ Europa hanno finora causato la morte di migliaia di vite.  Ma denunciamo soprattutto la campagna di linciaggio in atto contro le navi umanitarie che l’anno scorso hanno salvato decine di migliaia di vite umane. Vengono criminalizzati coloro i quali operano salvataggi in mare, mentre i veri criminali rimangono impuniti”. Secondo Distefano, la presenza delle navi militari nella acque del Mediterraneo non sarebbe sufficiente a evitare tragedie. “Noi siamo per l’Europa dei popoli – spiega l’attivista – che accoglie nel bacino del mediterraneo. Queste navi fanno il minimo indispensabile, il grosso è fatto da quelle umanitarie. Basterebbe favorire gli ingressi legali dei richiedenti asilo e farli viaggiare in traghetti, anziché far arricchire le mafie del mediterraneo. Le navi per effettuare salvataggi in mare devono ottenere il permesso dalla Guardia Costiera di Roma. Noi pensiamo che dietro tutto questo ci sia un pretesto per tentare di agevolare la Guardia di Costiera libica e militarizzare così  tutti i canali di Sicilia. Il risultato sarebbe solo quello di impedire ad occhi indipendenti di denunciare morti che avvengono sempre più frequentemente. La nostra lotta non si ferma qui”, conclude Distefano.

L’accorato appello lanciato dall’Anpi per il 25 aprile. “Il 25 aprile è la festa di tutte le italiane e gli italiani. Delle loro radici e del loro futuro”. Un anniversario celebrato in memoria “dei combattenti per la libertà, dei loro sogni di democrazia, di uguaglianza e felicità. Di coloro che hanno portato avanti con coraggio e tenacia la loro speranza di un Paese civile, giusto, solidale. Festeggiamo la Costituzione nel 70° anniversario della sua approvazione”.

La celebrazione di quest’anno è, inoltre, la prima dopo “la vittoria referendaria” del 4 dicembre scorso – spiega l’Anpi – “che ha salvato la nostra Costituzione nata dalla resistenza. Quello straordinario lavoro di concordia e responsabilità che condusse alla scrittura delle regole e della sostanza democratica della vita collettiva. Principi e valori realizzati solo in parte se guardiamo alla situazione complessiva dell’Italia dove un diritto elementare, come quello al lavoro, in particolare per i giovani, è disatteso, dove l’attuale modo di far politica per lo più allontana, invece di stimolare e promuovere la partecipazione popolare, dove l’orizzonte antifascista non è ancora pienamente patrimonio dello Stato in ogni sua espressione”. 

Ma il messaggio di Anpi si sofferma sull’ondata di odio e intolleranza diffusa tra le nuove generazioni e non solo. Un fenomeno incontrollabile veicolato anche attraverso il web: “Dobbiamo essere uniti e tanti. A trasmetterci la voglia di essere parte attiva dell’irrimandabile processo di attuazione integrale della Costituzione, di contrasto ai troppi neofascismi che impazzano nelle strade e per il web illudendo una parte delle giovani generazioni, di costruzione di una diffusa e forte cultura del dialogo, della solidarietà, della pace. Il 25 aprile rappresenti un impegno quotidiano a sentirci una comunità in marcia verso una democrazia realizzata fino in fondo. Con l’entusiasmo e le capacità di ognuno. Buona Liberazione”.

Ad aderire alla manifestazione la segreteria provinciale della Cgil catanese. “Oggi più – ha dichiarato Il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota – che mai è necessario che le forze democratiche attive manifestino insieme il valore della Resistenza. La Cgil di Catania da sempre si trova a fianco dell’associazione dei partigiani e lo fa anche oggi con la consapevolezza che la memoria e il rispetto della storia vadano coltivati con formule antiche e riflessioni nuove. La battaglia della Cgil e dell’Anpi nella nostra città ferita da centinaia di vertenze e attacchi al valore del lavoro e dei lavoratori, coincide dunque con la difesa di un diritto fondamentale. Una città che combatte ogni giorno la mafia, consapevole che non solo è necessario non abbassare la guardia, ma che bisogna essere in grado di leggere le trasformazioni del tessuto cittadino anche nell’ottica della difesa della legalità, a tutti i costi. Ma Catania è anche città dell’accoglienza. Oggi sfiliamo anche per questo valore essenziale di uno Stato democratico. Non ci stancheremo di testimoniarlo”.

 

 

 


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