"Questo è il dialogo e l'unità?" - Live Sicilia

“Questo è il dialogo e l’unità?”

La risposta di Micciché
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Il Pdl “lealista” interpella il ministro Tremonti e la risposta di Micciché, atteso per domani nei palazzi romani dal presidente del consiglio, non si fa attendere. E, come accade sempre più spesso, il sottosegretario si fa sentire dalle pagine del suo blog.

Micciché parla di “contenuti volutamente allarmistici e tendenziosi” per “tentare ancora una volta di mettere il bastone tra le ruote al governo regionale”. Il sottosegretario si manifesta sorpreso, “rispetto agli appelli degli ultimi giorni, invocanti il dialogo e l’unità”.

“Se queste sono le premesse del dialogo e dell’unità – scrive Micciché – credo proprio che non si vada da nessuna parte! Su che cosa dovrebbe vertere il dialogo? Sul modo in cui far cadere l’inviso governatore catanese? Sulla strategia da mettere in atto per sovvertire la volontà dei siciliani e portarli di nuovo alle urne o, peggio ancora, costringerli a un governo di Sinistra? Su che cosa vogliono costruire l’unità? Su azioni pseudo politiche, come quest’ultima, volte non ad indirizzare e determinare la politica regionale (come dovrebbe convenirsi al maggior partito della coalizione), bensì a sopprimere il nemico? Su una cruenta guerra di potere, che rischia di lasciare sul campo milioni di vittime siciliane?”.

“Invocare strumentalmente l’intervento del Ministro Tremonti – continua – mi pare l’azione meno costruttiva e meno elegante che questi deputati potessero compiere: meno costruttiva per la nostra terra, che ha bisogno, oggi, di un bilancio che rimanga fuori dall’agone di una sterile politica litigiosa e consenta concretamente alla Regione di proseguire nell’opera di risanamento delle finanze, dopo sessant’anni di sprechi e scelte scriteriate; meno elegante, perché equivale all’ennesimo tentativo di consegnare a squallide logiche ascariste l’immagine e il destino della Sicilia”.

“E’ una storia che si ripete! – tuona il sottosegretario – Vendersi agli altri, per svendere la propria gente, al prezzo modico di una presidenza o di un ministero o di chissà che cosa. Un film già visto altre volte, un remake proiettato in tutte le sale dell’Isola; e i siciliani qui, a fare, malgrado loro, da spettatori e a pagare il biglietto – conclude – altro che se lo pagano!”


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