Girellando qua e là, leggiamo con gusto editoriali sarcastici su Ninetta e Livesicilia. Abbiamo scritto che era morta – per l’input di una fonte che si è rivelata inaffidabile – e invece è viva e vegeta. La notizia della scomparsa della clochard l’hanno data tutti, ma non importa: ci prendiamo la nostra parte di responsabilità. Avremmo dovuto verificare. E’ noto che la globalità dei giornali del mondo verifica le notizie, una per una. Lo faremo meglio anche noi e ci cospargiamo il capo con una manciata polverosa di cenere. Bersaglio degli sbeffeggiamenti la canzone d’amore del sottoscritto per la barbona di via Di Blasi. In effetti, ci abbiamo azzeccato in pieno, almeno nello sfondo. Ma quando mai è stata viva la signora Ninetta? Viva, cioè un orizzonte negli occhi delle persone? Ha cominciato a esserlo dopo la (falsa) notizia della sua morte, per i sepolcri imbiancati che adottano le anime olezzanti di gelsomino, avendo ripudiato i corpi putridi dei viventi.
Ci pare che la polemica ironizzante illumini altri territori impensati, raccontando questa città meglio di ogni altra circostanza. E’ una città provinciale, di persone spesso minuscole, liete quando possono incendiarsi per una diatriba vacua, ignorando le questioni importanti. Credete che sia una reazione personale per il reato di vilipendio a Livesicilia? Con rispetto parlando, chi se ne frega. I fatti sono sul tappeto. Non c’è un altro quotidiano che lasci spazio alla critica come questo. Pubblichiamo gli insulti e le accuse, perfino quando sono palesemente ingiusti e poco rispettosi del nostro lavoro. Accettiamo il carico perché il nostro scopo è quello di creare una comunità civile in servizio permanente effettivo, con i suoi bravi grammi di idiozia sparsi qua e là.
Insomma, abbiamo dato la notizia sbagliata della morte di Ninetta, come tutti. Ma c’è di più. Siamo stati gli unici a intervistarla in tempo reale, con un surplus di attenzione alla cronaca che altrove è mancato. E abbiamo colto nel segno, nella ferita di una Palermo egoista col suo marchio di fabbrica svelato: l’attenzione morbosa per i morti che sono stati abbandonati in vita.
Noi, se permettete, contiamo di fare di più. Seguiremo Ninetta. La adotteremo, nei limiti del possibile. Cercheremo di offrirle assistenza, se vorrà. A differenza dei mattacchioni necrologici che pontificano, sfottono e dissertano, a noi stanno a cuore soprattutto i vivi.