“La Tunisia aveva promesso un impegno immediato per fermare i flussi migratori, ma le barche continuano ad arrivare. Se non ci sarà un segnale concreto entro i prossimi giorni, procederemo con i rimpatri forzosi”. Lo afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni in un’ intervista al Corriere della Sera. Quella dei rimpatri forzosi “potrebbe trasformarsi nell’ unica strada possibile se gli sforzi diplomatici del governo italiano dovessero fallire”, spiega Maroni. “I somali e gli eritrei non possono essere rimpatriati perché scappano dalla guerra e hanno diritto alla protezione internazionale. Ma questo non può valere per i tunisini”.
Con la Tunisia, aggiunge, “non siamo sotto ricatto come con la Libia per il petrolio. Sono loro a dipendere da noi, soprattutto nel settore turistico”. Il ministro invita le Regioni ad accogliere l’ondata di profughi che potrebbe venire dalla Libia. Se ci saranno rifiuti, dice, “allora saremo noi a individuare le aree”. “Io sono un fautore della condivisione di queste scelte impegnative, ma se questo non è possibile saremo costretti ad agire d’imperio”. Maroni ribadisce che è stato “un errore partecipare alla guerra in Libia”. Ora l’unica soluzione, sostiene, “é quella diplomatica proposta da Franco Frattini in accordo con la Germania, se si vuole uscire da un pantano che può rivelarsi molto pericoloso”.
“Quella del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ieri a Lampedusa è stata “una sceneggiata”. E’ quanto ha sostenuto oggi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervistato a Radio Padania Libera. Il ministro ha spiegato che alla Regione Sicilia sono stati chiesti interventi per far fronte all’emergenza come un ospedale da campo e una cucina da campo: “Stiamo ancora aspettando” ha aggiunto Maroni. “Quando l’emergenza sarà finita – ha concluso – potremo dire chi ha fatto e chi ha solo chiacchierato”.
“Non entro in polemica col ministro degli Interni, mai cederei alla tentazione della propaganda partitica neppure ai microfoni di radio Sikania se ne avessi la possibilità. Ma credo che la verità vada affrontata, che ci sia bisogno di un intervento, di una strategia da parte del governo visto quello che accade giorno per giorno a Lampedusa dove la situazione è a dir poco disastrosa, ed è sotto gli occhi di tutti”. Così il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, replica attraverso l’ANSA al ministro degli Interni, Roberto Maroni, che lo ha accusato di avere fatto ieri una sceneggiata a Lampedusa.
“Il ministro Maroni pensa di risolvere il problema di Lampedusa offendendo il presidente della Regione siciliana, senta invece il signor Solina e la moglie, depredati e aggrediti nella loro abitazione da un gruppo di immigrati. Maroni assicuri la sicurezza degli uomini e delle donne lampedusane, impedisca gli sbarchi dei tunisini e li faccia accompagnare altrove, non a Lampedusa”. A pronunciare queste parole è il governatore della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, subito dopo avere parlato con Luigi Solina, l’uomo derubato e aggredito ieri sera nella sua abitazione, a Lampedusa, da un gruppo di immigrati. Il figlio, Mirko, ha raccontato il raid dei tunisini nell’abitazione della sua famiglia durante una riunione nella sala del consiglio comunale, alla presenza di decine di donne riunite in comitato.
Telefonata dai toni cordiali tra il ministro degli Interni, Roberto Maroni, e il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, dopo il botta e risposta di stamattina attraverso la stampa. Il colloquio telefonico è avvenuto poco prima che Lombardo salisse sull’aereo che da Lampedusa lo sta conducendo a Catania. Secondo quanto si apprende Maroni avrebbe chiesto a Lombardo di dargli una mano per affrontare l’emergenza immigrazione a Lampedusa. “Certo che te la do”, avrebbe risposto Lombardo, “basta che leviamo gli immigrati dall’isola”.