L’imprenditore palermitano Pietro Mansueto è stato condannato a cinque anni e otto mesi di reclusione col rito abbreviato. Pur non ritenendolo un prestanome di boss mafiosi come sostenuto dall’accusa, per il gup di Palermo, Adriana Piras, Mansueto sarebbe stato complice dell’estorsione aggravata nei confronti di un commerciante che avrebbe dovuto aprire una macelleria nella zona di Tommaso Natale, a Palermo. Come scrive il Giornale di Sicilia, il gup ha restituito gli atti alla Procura perché venga verificata l’ipotesi di falsa testimonianza a carico della presunta vittima dell’estorsione, il commerciante Gioacchino Conigliaro che avrebbe dovuto aprire la macelleria in alcuni locali di una palazzina di proprietà di Mansueto, nella zona controllata dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
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