“Il pubblico siciliano è sempre il pubblico siciliano” così Franco Battiato ha dato il benvenuto alla sua platea al teatro antico di Taormina, che gli ha dedicato una standing ovation nel momento stesso in cui ha solcato il palco. Se è vero che dopo decenni di carriera, per un artista l’emozione dei live non ha più la stessa intensità, l’incontro di Battiato col ‘suo’ pubblico di Taormina ha commosso veramente tutti, compreso lo stesso Maestro di Riposto, che è sembrato particolarmente carico. E ha voluto ricambiare l’energia regalata dalla numerosissima platea.
Due ore di musica e spettacolo, una scaletta totalmente stravolta per l’occasione, la qualità musicale di sempre, interrotta dai continui applausi e dalle introduzioni di Battiato ai brani. “Per il brano che sto per cantare (non inserito in scaletta, ndr) sono stato definito… non un pirla (risate dal pubblico, ndr) ma… una sorta di strano veggente. Dicevano che avevo predetto l’Italia dei nostri giorni. Io in realtà non credo sia così. Penso che questa canzone sarebbe stata di drammatica attualità anche nell’antica Grecia, o al tempo dei Romani, o anche durante il Risorgimento… Temo che sarà attuale anche tra vent’anni”. Da lì tutto il pubblico è partito in coro “povera Patria, schiacciata dagli abusi del potere…”.
Nello stile di sempre, Battiato non dimentica di rivolgere un pensiero al popolo tibetano e canta “Keep your hands off Tibet”, brano composto un paio di settimane prima dell’uscita di “Fleus 2” e omaggiato ai fan che hanno scaricato l’album su iTunes.
Le forti emozioni non sono calate d’intensità in nessun momento, tra “L’animale”, “La Cura”, attesissima dal pubblico, “Tutto l’universo obbedisce all’amore”, “La canzone dei vecchi amanti”, “E ti vengo a cercare”, “E più ti amo”, “Era d’estate”, “Summer on a solitary beach”, “Gli uccelli”, “Prospettiva Nevskij”, la sicilianissima “Stranizzi d’amuri”. Fino al gran finale, quando la commozione iniziale aveva lasciato posto all’entusiasmo di un pubblico sazio e soddisfatto, quando Battiato ha salutato il teatro sulle note di “Voglio vederti danzare” e “Cuccuruccuccù”. Nessun rientro sul palco per l’ultimo saluto o per l’ultimo applauso, si è trattato solo di un arrivederci.