PALERMO – Si accendono ancora una volta i riflettori sull’isola di Vulcano, alle prese con i gas che provengono dal sottosuolo. Il governo Musumeci ha deliberato la richiesta di “stato di emergenza di rilievo nazionale” per l’Isola delle Eolie, per un periodo di sei mesi. La decisione è stata presa in seguito all’evoluzione dei fenomeni vulcanici che stanno interessando l’isola.
In campo la Protezione civile
Il governo regionale aveva già dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale lo scorso 19 novembre. La richiesta di innalzare il livello dell’emergenza, affidando la direzione e il coordinamento delle attività alla Protezione civile nazionale, su proposta del dipartimento regionale, si è resa necessaria per attivare ogni ulteriore iniziativa utile a garantire la risposta operativa sul territorio, la mitigazione dei rischi e l’assistenza alla popolazione colpita. L’evolversi non prevedibile dei fenomeni vulcanici in corso, in particolare l’attività di degassazione, impone infatti notevoli impegni di risorse umane, strumentali ed economiche, sia per i contributi ai cittadini evacuati sia per lo specifico monitoraggio dei gas, che possono essere sostenuti solo a livello nazionale.
Stop ai non residenti
Il presidente della Regione Nello Musumeci segue da vicino l’evolversi della situazione nell’isola eoliana, dove vige attualmente il livello di allerta “giallo” e ai residenti sono vietati il pernottamento e la permanenza nella zona dell’area portuale e in quelle adiacenti, così come disposto dall’ordinanza del sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. Previsto anche il divieto di accesso all’isola ai non residenti e raccomandato l’utilizzo di misure di autoprotezione a causa dei livelli di gas presenti.
La stima dei costi
Dal 24 novembre è al lavoro il Gruppo tecnico per il monitoraggio dei gas vulcanici. La Regione ha chiesto provvedimenti più stringenti a tutela della popolazione. È stata realizzata anche una stima dei costi necessari all’implementazione delle misure di sicurezza, comprensiva delle spese per l’autonoma sistemazione degli isolani evacuati, per una capillare rete di monitoraggio, per il potenziamento della guardia medica, per un presidio dei Vigili del fuoco e per il miglioramento delle elisuperfici, delle vie di fuga e degli approdi, che ammonta a circa 5 milioni euro.