L’impressione è che il bello debba ancora venire. Il tortuoso percorso che porterà a definire gli sfidanti alle amministrative di Palermo, sembra ancora lungo e i giochi appaiono tutt’altro che fatti. Nel centrodestra, l’autorevole opzione Francesco Cascio non ha spazzato via il caos da casa Pdl. Pare infatti che il presidente dell’Ars, a cui il Pdl guarda come il candidato politico con più chance di vittoria, abbia posto alcune condizioni per la sua candidatura. Una scelta che Cascio abbraccerebbe ob torto collo. Non è un mistero che l’ex forzista ambisca ad altra poltrona, quella di Palazzo d’Orleans. Secondo boatos di palazzo, Cascio avrebbe esposto almeno tre desiderata ai vertici del partito per dirsi disponibile a correre: le dimissioni anticipate di Diego Cammarata, un intervento deciso del governo nazionale in soccorso delle boccheggianti casse del Comune e un biglietto per il Parlamento nazionale se le cose si mettessero male. Questo almeno si sussurra dalle parti del centrodestra, e pare difficile che le richieste in questione possano essere tutte soddisfatte. Intanto, nel caso in cui la carta Cascio uscisse fuori dal gioco, Francesco Scoma torna a scaldare i motori. E nel toto-sindaco è tornato a circolare con insistenza il nome di Roberto Lagalla, magnifico rettore palermitano, provvisoriamente accantonato dopo una sfortunata intervista a Repubblica.
Dall’altra parte, si attende che Rita Borsellino sciolga la riserva. Il termometro al momento punta per il sì. Ma a quel punto, la candidatura della eurodeputata farà saltare il piano di un’alleanza del Pd col Terzo polo già dal primo turno (piano verso il quale lo stesso Terzo polo non aveva manifestato entusiasmi). L’Mpa a quel punto potrebbe lanciare nell’agone l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo. Che piace anche alla parte più filolombardiana del Pd. Ma assai meno agli alleati del Terzo polo. Difficile che Borsellino e Leoluca Orlando (l’ex sindaco potrebbe fare un passo indietro per lasciare strada a Rita) accettino di aprire all’ex pm le porte delle primarie. Per le quali restano in corsa, tra gli altri, Davide Faraone, Fabrizio Ferrandelli e Ninni Terminelli, che potrebbe raccogliere su di sé il consenso dell’ala del Pd meno entusiasta della candidatura Borsellino. I democratici a Caltanissetta cercheranno una quadra sul programma da sottoporre al governo Lombardo e sulle modalità della consultazione interna in merito all’alleanza col governatore.
Sullo sfondo, a complicare le previsioni, resta il vento di incertezza che soffia da Roma. Se Berlusconi, o altri, dovessero decidere di staccare la spina alla legislatura per andare al voto anticipato in primavera, anche l’Ars potrebbe chiudere i battenti in anticipo. E tutto, amministrative incluse, andrebbe rivisto alla luce del nuovo scenario.