PALERMO – È la notte del 7 novembre scorso. Un giovane uomo cammina a piedi in una strada del centro di Palermo. Viene accerchiato da un gruppo di ragazzi. Lo aggrediscono. Riesce a divincolarsi. Fugge verso la macchina. Sale, fa in tempo ad avviare il motore. Un ragazzo gli punta una pistola contro la faccia. Scarrella e urla “uno, due, tre” per farsi consegnare soldi e telefonino.
Ad impugnare l’arma, secondo l’accusa, sarebbe stato Daniele Catanzaro. Ha poco meno di vent’anni ed è uno degli undici arrestati nel blitz di carabinieri e polizia. Avrebbe fatto parte della banda che ha messo a segno in pochi mesi 21 colpi, fra furti e rapine, per le strade della città.
Quanta violenza. Il branco pedinava le vittime, le terrorizzava, le inseguiva fin dentro l’androne di casa nel cuore della notte. “Unni si, ti mazzazzo”, urlavano mentre un uomo tentava di salire in fretta le scale. Chi tentata una inutile resistenza riceveva calci e pugni: “Dammi tutto quello che hai… ti sparo, ti sparo…”.
Uomini e donne, giovani e meno giovani, palermitani o turisti stranieri: in tanti hanno vissuto momenti di terrore. Nella notte il blitz al termine di un’inchiesta lampo coordinata dal pubblico ministero Maria Forti. La richiesta di misura cautelare è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta.