CATANIA – Irruzione nelle ville della provincia di Catania. Con tanto di minacce di sequestrare, in un caso, la figlia di appena sedici mesi se non avessero trovato i 100 mila euro contenuti nella cassaforte. O di recidere un dito ad un componente della famiglia qualora non avessero indicato il luogo dov’erano custoditi i soldi.
Catania, le rapine nelle ville
Nel mezzo, un amico di una delle famiglie colpite che avrebbe fatto da basista. Ed uno sciamano senegalese, Khalipha Casse dal quale prende il nome l’operazione condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catania, che era la mente del gruppo. Da tempo viveva nel quartiere catanese di San Cristoforo. A capo c’era però il 45enne Alberto Gianmarco Angelo Caruso. In una intercettazione telefonica gli arrestati scherzano tra loro: “Quando ci prenderanno chiameranno l’operazione “Khalipha”.
Sette arresti in tutto. Un’organizzazione che aveva in dotazione armi ed ognuno aveva un ruolo. Nessuna improvvisazione. Facevano irruzione travestendosi da finanzieri o da carabinieri. Almeno sette le rapine messe a segno. Ed altre erano in programma.
Nel corso delle indagini, trovato anche un finto decreto di perquisizione. Per il Procuratore Capo, Francesco Cusrcio, “un gruppo che era anche ingegnoso. Ma che aveva ben chiari gli obiettivi da colpire. Una banda pericolosa”.
Gli arrestati
Il provvedimento di custodia cautelare è scattato nei confronti di:
Domenico Aleo. Alberto Gianmarco Angelo Caruso. Khalipha Casse. Valentina Maugeri. Alessandro Sapiente. Gianfranco Sapiente. Ai domiciliari: Andrea Caggegi.
“Un gruppo criminale”
Rinvenute tre pistole. Tutte con matricola abrasa, una col silenziatore. “Anche questo fa capire la natura criminale del gruppo”, ha spiegato in conferenza stampa il comandante Salvatore Altavilla.

