La partita decisiva| adesso si gioca nel Pd - Live Sicilia

La partita decisiva| adesso si gioca nel Pd

PALERMO 2012. IL PUNTO
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Il complicato risiko in vista delle amministrative palermitane è entrato nella fase 2. Che difficilmente sarà quella risolutiva. L’intricata partita è arrivata a un primo punto di svolta, con il tavolo del centrosinistra che ha battezzato le primarie e sancito l’ostracismo verso i “complici” di Cammarata.

Un esito, sottoscritto da Giuseppe Lupo, forte del cappello di Bersani che fin qui ha benedetto le mosse del segretario siciliano, che non è stato gradito dai filolombardiani del Pd. L’area Lumia-Cracolici e quella degli ex margheritini di Innovazioni hanno chiesto di riunire gli organi del partito e promettono battaglia. Perché, come dall’esterno ha sintetizzato ieri il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia, “il Pd non può essere partito di lotta e di governo che alla Regione governa con Lombardo e a Palermo sputa sul governo Lombardo”.

È tutta lì la partita decisiva nello scacchiere palermitano. Perché tutti gli altri passaggi dipendono dall’esito dello scontro interno nel Pd. È quella la principale posta in gioco nella sfida, confusa e logorante, che precede questa tornata di amministrative. Tra i centristi, c’è ancora chi scommette sullo strappo dell’area filogovernativa dei democratici, per costruire con loro, insieme al Terzo polo e a pezzi di vecchio centrodestra, Miccichè in primis, una larghissima coalizione dal sapore “montiano” che faccia di Palermo un laboratorio politico nazionale.

In quel tipo di scenario potrebbe concretizzarsi la candidatura del professore Gianni Puglisi, per ora in naftalina. O magari, potrebbero schizzare le quotazioni del giovane cattolico Fabrizio Ferrandelli, che piace a Cracolici e Lumia, non dispiace ai vertici dell’Udc e riscuote anche simpatie negli ambienti ecclesiastici dove invece Puglisi si dice non goda di grande fortuna.

Tutto dipende da cosa accadrà in casa centrosinistra da qui al 4 marzo. Leoluca Orlando resterà in corsa o si ritirerà? Rita Borsellino incasserà un successo o una batosta alle primarie? Lupo verrà disarcionato o alla fine prevarrà un senso di unità tra i democratici? Nessuno può dirlo e per questo da qui al 4 marzo è difficile aspettarsi una definizione del quadro anche in casa Terzo polo e centrodestra.

Sì, perché lo stesso Pdl, che ha fissato le primarie per il 18 marzo, sta a guardare. Se alla fine nel centrosinistra prevalesse la foto di Vasto e lo schema del vecchio Ulivo, il Terzo polo, con tutte le difficoltà del caso, potrebbe riprendere a parlare con Alfano. E ritirare fuori dal cilindro la candidatura più forte e dotata di chance di vittoria, quella di Roberto Lagalla. Sempre che il rettore in un mese riesca a far sbiadire l’immagine, inopportuna, di candidato del Pdl che volente o nolente gli si è cucita addosso, per assurgere al ruolo di Monti nostrano, leader di uno schieramento di salute pubblica.


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