PALERMO – “Caparbietà, spregiudicatezza, spudoratezza”, sono le parole con cui il giudice per le indagini preliminari Clelia Maltese descrive l’operato di Mariana Mussotto, da alcune ore agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione.
Istigazione alla corruzione
L’operazione proposta da Musotto sarebbe stata tanto semplice quanto efficace: gonfiare i costi dichiarati nel preventivo presentato all’assessorato regionale al Turismo per un progetto musicale in modo da ricavare una provvista da 50.000 mila euro da girare all’assessore Manlio Messina. Un regalo per sé stesso o per il suo partito, Fratelli d’Italia.
Ci avrebbero guadagnato tutti. L’assessore o chi per lui con la tangente, e la stessa Musotto che avrebbe suonato negli spettacoli con un compenso di 18 mila euro.
Il no di Russo e Messina
Il piano si sarebbe scontrato prima con il no di Raoul Russo, capo della segreteria tecnica dell’assessore e coordinatore del partito di Giorgia Meloni a Palermo, e poi dello stesso assessore. A ricostruire l’intera vicenda è stato Russo in una una denuncia presentata ai carabinieri il 26 aprile scorso.
Il primo contatto
Il primo contatto di Musotto, in arte “Marianne Lì”, con Russo fu mediato dall’avvocato Maurizio Miceli, coordinatore di Fratelli d’Italia in provincia di Trapani.
All’inizio la musicista propose di realizzare alcuni spot pubblicitari per la Regione siciliana. Il suo biglietto da visita fu una breve clip musicale dal titolo “Barabba” con lei protagonista che aveva riscosso un certo successo sul canale YouTube.
Russo declinò la proposta, ma suggerì alla donna che se avesse presentato un successivo progetto, sarebbe stato valutato per un eventuale cofinanziamento o patrocinio oneroso. È la procedura.
L’omaggio al maestro Morricone
La nuova proposta arrivò presto. Un tour di concerti nei parchi archeologici siciliani, un omaggio al grande Ennio Morricone, curato da Renzo Rendine, a cui avrebbe partecipato anche Andrea Morricone figlio del maestro.
Russo disse che ne avrebbe parlato direttamente con Luigi Lanzillotta. E cioè il direttore dell’orchestra “Sinfonietta di Roma”, con cui ha collaborato lo stesso Rendine, e promotrice dell’evento musicale su Morricone. Un progetto bello, ma costoso: 463.000 euro più va e 18.000 per la trombettista Musotto.
“Posso scriverti una cosa assolutamente riservata”
Niente da fare. Russo lo comunicò a Musotto. Che la sera del 21 aprile inviò un messaggio a Russo: “Ciao, posso scriverti una cosa assolutamente riservata? Dove? Urgentissimo”. Un istante dopo la conversazione si spostò da WhatsApp a Telegram.
Ed ecco la frase incriminata, che sarebbe la prova dell’istigazione alla corruzione: “… i progetti come Miceli sa solo due uno che costa 50.000 euro in meno e quello che ti ha mandato Lanzillotta che costa 50.000 in più dei costi reali. Il gruppo (Roma sinfonietta, Morricone, Rendine) che ha realizzato questi progetti è di tutti sostenitori di Fratelli d’Italia e mette a disposizione 50.000 per chiunque vogliate voi. C’è un plus di regalo tu puoi gestire questo plus a tuo piacimento. Io sono solo l’ambasciatore della cosa”.
Pressioni via chat
Si tratta del messaggio finale, preceduto da mesi di conversazioni tutte acquisite agli atti dell’inchiesta della Procura di Palermo che ha sequestrato il telefonino della musicista.
Musotto era in contatto con l’assessore Messina. Gli scriveva dei progetti che voleva presentare. Il giudice la definisce anche “spudorata” nel contattare direttamente l’assessore per ricordagli che il suo progetto era ancora in fase di valutazione: “Gentile assessore la e mail relativa al progetto è stata inoltrata al dottore Russo sia venerdì che lunedì. Due giorni fa contattato dall’editore è stato vago dice di dovere parlare con lei di non sapere bene cosa fare o men. L’editore stesso aspetta. Grazie Marianna”.
“Gentile assessore…”
Russo non si faceva sentire e la donna scriveva di nuovo a Messina: “… stiamo per perdere cose belle che sono vantaggiose per tutti. Questi soggetti artistici sono pieni di proposte e come ovvio il primo che arriva vince. La prego dunque di intervenire per fare rispettare gli appuntamenti dati. Con viva cordialità e stima Marianna Musotto”
Altri messaggi mandava a Miceli per “velocizzare la cosa”. E siamo al messaggio del 21 aprile. Russo non risponde. E così Marianna Musotto scrive a Miceli che scrive: “Credo comunque che l’evento non si possa fare”. Pochi spettatori causa Covid. L’investimento è anti economico: “… conviene farlo quando il pubblico è ampio”.
“Non voglio saperne nulla”
La reazione di Musotto fu il messaggio inviato a Raoul Russo. Sia per i pm che per il gip è la prova di una istigazione alla corruzione. La risposta del braccio destro di Messina fu netta: “Non voglio saperne nulla diciamo che non sono argomenti che sono aduso trattare”. Lei lo incalzava, tirando in ballo “non meglio precisati personaggi romani”, affermando però “la bontà, la giustezza di un iniziativa volta a sostenere una forza politica in cui si ha fede”.
“Non può certo affermarsi che la Musotto come dalla stessa affermato – conclude il Gip – a seguito del secco rifiuto della regalia da parte del Russo fungesse da mera portavoce di altri”. sarebbe stata lei a proporre la tangente.