CATANIA – “Lo spazio pubblico va inteso come parte di ciò che è privato, perché manca quel senso sano di possesso comune degli spazi che fa sì che i cittadini, sentendosi co-proprietari, s’impegnino a proteggere, salvaguardare e anche a promuovere la Città”. Giuseppe Mendolia, esperto d’arte e cofondatore di Balloon Project, non ci sta a vedere Catania preda dei vandali. In ultimo è arrivata la denuncia pubblica per le scritte sulle pareti del Castello Ursino. Girando per Catania è però difficile trovare spazi d’arte che non siano stati aggrediti dalle bombolette spray o dal degrado. Un destino che colpisce qualsiasi parete, soprattutto se appena restaurata.
Cosa fare? Prima ancora che al Bello, Mendolia è convinto che bisogna educare i catanesi a pensare al patrimonio artistico (e non solo) cose se si avesse a che fare con le pertinenze della propria abitazione. “Ecco, bisogna fare come quando si riceve un ospite in casa. Allora avviene – ci spiega – che abbiamo cura di tenere in ordine e di mostrare al meglio gli arredi e l’abitazione, sia per comunicare all’ospite chi siamo ma anche per farlo sentire accolto in un luogo pulito e ordinato. Con questo spirito dovremmo occuparci dei beni pubblici delle nostre città”. Un cambio di mentalità, insomma. Una sfida non da poco.
Di che si occupa Mendolia? Balloon Project è una piattaforma di ricerca che promuove e diffonde la cultura artistica contemporanea attraverso progetti di curatela, comunicazione e micro-editoria indipendente. Iniziative finalizzate a diffondere il senso di appartenenza alla propria città.
In che stato versa Catania? Murales e deturpazioni compaiono in Piazza Teatro Massimo, alla Villa Bellini, al Castello Ursino e in Piazza Europa. Senza distinzione tra statue, fontane ed edifici storici. Un segnale di totale assenza interesse per i beni culturali.
Tutto questo avviene, paradossalmente, mentre il numero dei turisti vogliosi di ammirare le bellezze del territorio è in crescita costante. Da più parti, intanto, si fa strada la richiesta di una maggiore presenza delle forze dell’ordine a presidio delle zone più frequentate del centro. Un appello che va di pari passo con l’indignazione suscitata dai recenti video su TiKTok (spinte a chi guida il monopattino, macchine dei vigili urbani accerchiate, turiste molestate). Video che hanno sicuramente imbarazzato e messo in cattiva luce l’immagine della città.