Giunta Lagalla, gli esclusi: "Conseguenze alle Regionali" - Live Sicilia

Giunta Lagalla, esclusi protestano: “Conseguenze alle Regionali”

L’ex ministro Saverio Romano: “Abbiamo vinto anche noi”

PALERMO – Il vertice tra il neo sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e i partiti del centrodestra dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana, ma la vigilia è già incandescente. In ballo ci sono infatti le 11 poltrone della giunta comunale a cui tutti aspirano, anche chi non ha superato lo sbarramento del 5% e quindi è rimasto fuori da Sala delle Lapidi.

La storia è nota: l’accordo pre elettorale prevedeva che avrebbe avuto un assessore ogni lista in grado di superare almeno il 3,5% contribuendo alla vittoria a primo turno. Scenario realizzatosi, anche se subito dopo l’apertura delle urne sono iniziati i dolori: l’appetito dei partiti è insaziabile ed escludere chi non ha una rappresentanza in consiglio aumenterebbe i posti a disposizione di chi invece conta su un gruppo consiliare. Senza considerare che sarà complicato tenere l’Aula con un’opposizione che si annuncia esperta e agguerrita e quindi, è la considerazione di alcuni, bisogna tenere i gruppi di maggioranza garantendo adeguata rappresentanza nella squadra di governo.

Una linea di pensiero che ha preso sempre più piede, ma che manda in fibrillazione chi rischia di restare fuori dalla giunta e, forse, anche dal sottogoverno delle partecipate. Ieri era stata l’Udc a dar fuoco alle polveri: “Il sindaco è una persona seria e responsabile – ha detto a Livesicilia Andrea Aiello, coordinatore cittadino dello scudocrociato e neo presidente della Quinta circoscrizione – Secondo l’impegno preso all’hotel delle Palme, chi ha superato il 3,5% ha diritto a indicare un assessore e noi siamo arrivati al 3,8%: il nostro nome è quello di Elio Ficarra. Sono convinto che non farà questo sgarbo all’Udc, partito a cui ha aderito e che per primo lo ha sostenuto”.

Ma oggi a rincarare la dose arriva anche Noi con l’Italia dell’ex ministro Saverio Romano che ha raggiunto il 3,3%: “Un’alleanza tra partiti è tale se viene rafforzata l’idea di condivisione delle scelte politiche e amministrative prima di ogni decisione – dice a Livesicilia Romano, vice presidente nazionale del partito – Il metodo secondo il quale in una coalizione chi vince, anche grazie al contributo elettorale degli altri, prende tutto, ne snatura l’essenza e si riduce ad un’accozzaglia. Per tanto tempo, perdendo abbiamo accettato e preteso il ruolo di opposizione senza tentazioni ‘salterine’; in questa occasione a Palermo anche noi abbiamo vinto, conseguendo un risultato che, di comune accordo, è stato stabilito come minimo per avere rappresentanza nel governo; non ci sono scorciatoie possibili, siamo un partito nazionale e come tale rivendichiamo il nostro ruolo politico, al resto non siamo interessati”.

La stoccata di Romano arriva però nel finale e suona come un campanello d’allarme: “Se il sindaco Lagalla dovesse essere di diverso avviso e, con lui, gli altri partiti della  coalizione sarebbe grave e avrebbe conseguenze politiche a partire dalle prossime Regionali”. Già, perché a complicare il risiko della giunta c’è l’imminenza delle elezioni per il prossimo governo isolano che, per la loro vicinanza alle Politiche, hanno una valenza nazionale; il flop delle ultime Amministrative ha inoltre spinto i leader dei partiti, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, a puntare con ancor più decisione gli occhi sulla Sicilia, dove una sconfitta sarebbe fatale per la tenuta della coalizione a Roma. Da qui la scelta di Udc e Noi con l’Italia di far valere il proprio peso nazionale, nella speranza di poter condizionare le scelte di Lagalla a Palermo mettendo sul tavolo la pistola fumante della Regione.


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