Nessuno faccia arrabbiare Lombardo, per carità, altrimenti paghiamo noi. Il 31 maggio, “la Repubblica” ha pubblicato un articolo dal titolo “In svendita le coste della Sicilia, cemento e appalti per 3 miliardi, ecco l’affare d’oro di Lombardo”, in cui si parla di una mega concessione della durata di circa mezzo secolo delle coste dell’isola, svendute, secondo l’autore, a prezzi oltremodo modici. Il vicepresidente della Regione, Massimo Russo, dopo aver letto l’articolo ne riferisce in giunta, denunciando, all’interno dell’articolo “notizie destituite di fondamento e dal contenuto gravemente diffamatorio nei confronti del presidente della Regione, sia nella sua veste istituzionale che personale” e dichiarando di aver comunque già preso provvedimenti, incaricando l’avvocato romano Alessandro Benedetti, di instaurare una causa civile nei confronti dell’editore del quotidiano, del direttore responsabile e del giornalista autore dell’articolo incriminato.
Fin qui niente di speciale, certo, il diritto di difesa è incontestabile anche quando di lavoro si fa il presidente della Regione Sicilia, se si ritiene che l’immagine sia stata lesa. Se non fosse per un piccolo dettaglio. Un punto della determina pubblicata in cui si comunica, sempre su proposta del vicepresidente Russo, Il “parere favorevole all’assunzione a carico del bilancio regionale, rubrica Presidenza, delle spese legali correlate all’esercizio del diritto di azione nella qualità di legale rappresentante della Regione siciliana, che dovranno essere indicate separatamente da quelle correlate all’esercizio del diritto personale”. In sostanza, “Repubblica” scrive, Lombardo esercita il suo diritto ad adire vie legali per chiedere un risarcimento e il conto? Si porta direttamente al tavolo della Regione, nella speranza che anche il risarcimento, qualora ottenuto, vada a finire nelle stesse casse.