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Tutti gli uomini dei presidenti |Chi sono i papabili assessori

Tutti i papabili futuri assessori di Rosario Crocetta, Claudio Fava, Gianfranco Miccichè e Nello Musumeci: tra vecchie conoscenze e new entry assolute, la possibile mappa del governo di domani

PALERMO – Il giochino è forse prematuro, ma il toto-assessori in vista del 28 ottobre è comunque già partito. Troppo presto per dire chi vincerà, in una campagna elettorale in cui l’unica certezza sta nella frammentazione dell’offerta politica, con i partiti tradizionali spaccati su quattro candidature di peso. Troppe le incertezze al momento, non solo quelle legate all’esito della sfida tra gli aspiranti governatori, ma anche, e soprattutto, quelle che riguardano la grande corsa delle liste e dei candidati che si contendono i 90 seggi di Sala d’Ercole. Dopo il terremoto delle ultime amministrative, l’impressione diffusa tra i partiti e che nessuno è al sicuro. Nemmeno i tradizionali collezionisti di preferenze a cinque cifre, alla luce dei cangianti umori dell’elettorato. Eppure, sarà proprio il risultato delle urne a spingere questo o quel deputato verso una poltrona di assessore, accrescendone le quotazioni nella corsa per entrare in giunta.

Se per esempio si affermasse Nello Musumeci, il Pdl, che ha sacrificato ancora una volta, come sempre da quando esiste l’elezione diretta, la pedina di candidato presidente della Regione a vantaggio di un altro partito, potrebbe reclamare un cospicuo numero di poltrone in giunta. Una era già prenotata per Francesco Cascio, presidente dell’Ars uscente, indicato dai berluscones come vicepresidente del catanese Musumeci. Ipotesi che però ha incontrato qualche resistenza, tanto che nel Palazzo si parla di un possibile trasferimento romano dell’ex presidente dell’Ars. Tra gli altri papabili, un veterano come Francesco Scoma, che è già stato assessore a più riprese, ma anche Innocenzo Leontini, capogruppo nell’ultima legislatura transitato nella lista che dovrebbe raccogliere pezzo di Pdl e il Cantiere Popolare di Saverio Romano. Tra i big in campo c’è anche Nino Germanà, deputato nazionale che si pesa nella corsa all’Ars e che potrebbe rappresentare Messina in giunta, in alternativa a un ex assessore come Nino Beninati, dato dalle cronache locali come in rotta con il partito. Un posto di peso spetterebbe senz’altro a un catanese esponente del gruppo Castiglione-Firrarello e lì corsa a due tra l’ennese Edoardo Leanza e l’etneo Nino D’Asero. Fuori dal Pdl, aspirano a un’adeguata presenza in giunta i seguaci di Saverio Romano del Pid. In pole position per un posto di assessore ovviamente i baffi di Rudy Maira, capogruppo uscente, ma anche Marianna Caronia, la cui lista alle ultime amministrative di Palermo ha riportato un buon successo. Un tecnico di lusso potrebbe essere Roberto Lagalla, ma è difficile che il magnifico rettore di Palermo, dopo essere stato per ben due volte scartato come candidato da Alfano, accetti un ruolo che saprebbe di ripiego. Anche la Destra di Musumeci potrebbe strappare un altro posticino in giunta e tra i papabili c’è senz’altro il giovane Ruggero Razza, vicepresidente della Provincia di Catania.

In caso di vittoria di Gianfranco Miccichè, il laeder di Grande Sud porterebbe certamente in squadra i due colonnelli Michele Cimino e Titti Bufardeci. Una o due poltrone sarebbero reclamate dal piccolo Mps, con Riccardo Savona pronto ad accasarsi dove in questa legislatura non è stato possibile. Tra i finiani, in pole Alessandro Aricò, assessore uscente. Ma anche il giovane Livio Marrocco potrebbe aspirare a una poltrona, se non trasmigrerà a Roma da qui all’anno prossimo. Quanto al Partito dei siciliani, in primissima linea c’è il capogruppo Nicola D’Agostino, alter ego di Giovanni Pistorio. Gli altri se la giocheranno pesandosi alle urne, usciti di scena gli ingombranti Lino Leanza, Francesco Musotto e Carmelo Lo Monte. In cerca di riconferma anche gli uscenti, che stavolta devono pesarsi alle urne, come Francesco Aiello. Ma conoscendo Miccichè, è probabile che in caso di vittoria l’uomo del 61 a 0 tenterà di attingere anche fuori dalla politica per formare la sua squadra. Magari provando a convincere tecnici di peso come Nino Bevilacqua.

Se la spunterà Rosario Crocetta col suo inedito asse Pd-Udc, la partita sarà molto aperta. L’Udc potrebbe mandare in giunta il messinese Giovanni Ardizzone e ovviamente la new entry di lusso Lino Leanza, che per la sua esprienza potrebbe candidarsi anche a presiedere l’Assemblea regionale. Ma anche il sindaco di Porto Empedocle Calogero Firetto, che tenta per la prima volta lo sbarco all’Ars, potrebbe inserirsi tra i papabili centristi. E sono buone le chanches del catanese Marco Forzese. Nel Pd, molto dipenderà dall’esito del voto. Dei 26 uscenti, tanti rischiano di non tornare a Sala d’Ercole. Se centrerà la riconferma, Antonello Cracolici potrà finalmente diventare assessore, come non gli è riuscito in questa legislatura. Ma dovrà vedersela con un agguerrito Pino Apprendi e con Fabrizio Ferrandelli, che si candida da indipendente nel Pd. Niente incarichi di giunta, invece, per il segretario Giuseppe Lupo. Tra i papabili, sempre in caso di rielezione, anche il sempreverde Lillo Speziale (ma un presidente gelese e un assessore gelese forse sarebbero troppo), i siracusani Bruno Marziano e Roberto De Benedictis, e il trapanese Baldo Gucciardi per la corrente Innovazioni. Un posto al sole spetterebbe anche a Nello Di Pasquale ex sindaco di Ragusa. E se alla fine per lui si troverà posto, anche Massimo Russo potrebbe sperare di rientrare al governo con Crocetta. Che probabilmente attingerà anche alla così detta società civile per formare la sua squadra (magari scegliendo il questore Antonio Malafarina, che inserirà nel listino). Premiando anche qualche esponente dei partiti minori della coalizione (Api e Psi) che si distinguerà per consenso. Tra questi, certo, l’uscente Giuseppe Spampinato dei rutelliani spera di poter dire la sua.

Quanto a Claudio Fava, il politico catanese ha già fatto sapere di voler mettere su una squadra di dieci assessori, cinque uomini e cinque donne. I nomi? Non ne circolano tanti. Certo, l’orlandiano Pippo Russo, se staccherà il biglietto per l’Ars, potrebbe essere un papabile, così come il leader dei comunisti Antonio Marotta. Ma vista la cifra della campagna di Fava, c’è da aspettarsi un abbondante ricorso alla “società civile” nella sua ideale squadra di governo, magari con l’impegno di figure come Nando Dalla Chiesa.

Fin qui il gioco, dando per buona l’ipotesi, per la verità improbabile, che uno dei quattro candidati e la sua coalizione ottengano, grazie al premio previsto dalla legge, la maggioranza dei seggi all’Ars. Se questo non accadrà, saranno necessarie trattative post-voto, che scompagineranno questo genere di calcoli. E che influenzeranno anche la scelta del presidente dell’Assemblea, poltrona che stimola gli appetiti di molti, e che rientrerà probabilmente nelle trattative tra le coalizioni che divise in campagna elettorale si troveranno unite a governare quel che resta della Sicilia.


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